Nuove carte dell’inchiesta Consip. Il supertestimone racconta ai pm di Roma che Lotti e Verdini volevano piazzare Domenico Casalino, suo predecessore, nell’organismo di vigilanza della stazione appaltante. «A Palazzo Chigi parlavo con De Vincenti e la Boschi. L’avvocato Bianchi? Ecco il suo vero ruolo». Parla anche Bonifazi: ecco perché mi interessai di Manutencoop
- Marroni, ex ad di Consip, ha detto ai pm romani che «Lotti mi chiese di mettere il mio predecessore Casalino nell’organismo di vigilanza. Mi disse pure di essere “gentile” con Verdini, perché “ci tiene su il governo”
- Lotti non mi chiese favori, ma di essere “gentile”. Ecco perché incontrai Verdini insieme all’imprenditore Ezio Bigotti al ristorante “Al Moro”. In quell’occasione non mi minacciò né fece pressioni
- L’avvocato Bianchi era già in Consip quando sono arrivato. Accompagnò l’ad di Manutencoop da me, è vero, ma non intervenì a loro favore. A Palazzo Chigi io interloquivo con il sottosegretario De Vincenti e la Boschi.
Luigi Marroni, il supertestimone del caso Consip, nel suo ultimo interrogatorio depositato nell’inchiesta della procura di Roma e pubblicato ieri da Domani, non ha solo parlato degli incontri con Tiziano Renzi e delle pressioni e delle minacce del sodale Carlo Russo. Ma pure degli altri protagonisti dello scandalo dell'appalto sul facility management da 2,7 miliardi di euro. In primis, di Denis Verdini, già braccio destro di Berlusconi e poi leader del partito Ala. Verdini secondo l'accusa h
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