Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella difende la libertà di stampa, e avverte il governo: «La autenticità dell'informazione è affidata, dalle leggi, alla professionalità e deontologia di ciascun giornalista. Sarebbe fuorviante e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi».

Questo quanto si legge nel messaggio al convegno promosso per celebrare la nascita dell'Uspi, unione stampa periodica italiana, mentre il parlamento si prepara a discutere la riforma della Giustizia varata dal ministro Carlo Nordio, che da una parte amplia il divieto di pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, e dall’altra ne limita l’utilizzo negli atti giudiziari.

Il pluralismo

Oltre a difendere la libertà di stampa, il presidente della repubblica ha ribadito l’importanza del pluralismo. L’Uspi, nata nel 1953 - gli anni della costruzione dell'Italia repubblicana -, per il presidente «potrà rappresentare, nel 75esimo anniversario dell'entrata in vigore della nostra Costituzione, l'occasione più proficua per affrontare con rinnovata fiducia le nuove sfide, avendo come faro la corretta informazione basata sul rispetto reciproco e sulla affermazione dei diritti della persona e delle comunità, valori su cui si fonda la nostra convivenza civile».

Il pluralismo «che alimenta la vita democratica e le libertà degli italiani» e «garantito dalla Carta Costituzionale», è «arricchito dalla presenza di un numero significativo di voci indipendenti che offrono ai cittadini la possibilità di soddisfare il diritto fondamentale di essere informati. Ed è certamente compito della Repubblica sostenere le iniziative editoriali che si caratterizzano in questo senso, a partire dalla garanzia di parità delle condizioni di impresa e accesso al mercato».

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