Il progetto per costruire un partito centrista progressista attorno al sindaco di Milano Beppe Sala procede a pieno ritmo. La notizia pubblicata da Domani ha fatto il giro delle chat di diversi partiti interessati all’operazione.

Anche fonti di Italia viva, il partito di Matteo Renzi confermano la volontà di realizzare una nuova iniziativa politica partendo dall’associazione L’Italia c’è. E confermano anche il coinvolgimento diretto dell’ex premier. Non è chiaro con che ruolo e quali siano i tempi. Certo è che Renzi non è personaggio capace di starsene zitto e buono, seduto in seconda fila.  

«Le notizie apparse sui giornali sono vere, è il futuro che ci aspetta, bisogna però definire i contorni del progetto», è uno dei messaggi scritti in una delle chat di Italia viva da uno degli uomini più vicini e fidati del leader del partito. 

Che i renziani si stiano muovendo è confermato anche dai nomi dei primi iscritti all’associazione. C’è Gennaro Migliore, il deputato di Italia viva, ma anche il suo collega di partito, l’industriale Gianfranco Librandi, il grande finanziatore della politica e della fondazione Open di Renzi oltreché del sindaco Sala. 

Librandi «il facilitatore», così lo definiscono persone vicine all’associazione: disposto ancora una volta a sostenere economicamente e a portare altri possibili finanziatori legati al mondo confindustriale. Proprio Librandi ha commentato all’Ansa, sabato mattina, che Italia c’è «si prepara a diventare un partito di centro, anzi si prepara a diventare il centro, e ha già in programma il primo congresso a settembre a Milano». La scelta del capoluogo lombardo non è casuale, perché alle comunali dell’anno scorso «si è presentata la lista “Riformisti uniti. Lavoriamo per Milano” che già riuniva diverse realtà da Italia viva ad Azione a Più Europa per sostenere Giuseppe Sala», spiega Librandi.

«I parlamentari ed esponenti di partito iscritti comunque restano nei loro partiti, perché L’Italia c’è è una piattaforma culturale e politica, non sostituisce i partiti», aveva precisato Piercamillo Falasca, coordinatore nazionale del gruppo, ex esponente +Europa. 

Tutto pronto

Dopotutto l’idea stessa del nome, L’Italia c’è, è di Librandi che lo ha scelto dopo aver commissionato dei sondaggi a due diverse società da cui è emerso l’apprezzamento per l’agenda Draghi e la ritrovata centralità del nostro paese nello scacchiere internazionale. L’Italia è tornata protagonista, L’Italia c’è, appunto.

Gli stessi sondaggi hanno indicato Sala come la figura più credibile cui affidare la guida del progetto e stimato che una lista con le caratteristiche de L’Italia c’è potrebbe ottenere il 10 oer cento. «Le rilevazioni ci dicono che questa area che sta nascendo può puntare a un elettorato potenziale, cioè “aggredibile”, che vale il 25 per cento», spiega una fonte vicina al progetto. Librandi ha sottolineato come Sala ancora non sia nell’associazione, «ma cederemmo la casa per avere lui come capo. È l’ideale».

Per ora L’Italia c’è ha avviato un confronto con l’ex sindaco grillino di Parma Federico Pizzarotti e con Luigi Di Maio («È stata avviata un’interlocuzione e se mai dovesse lasciare i Cinque stelle il dialogo si farebbe più intenso», dicono). Mentre Marco Bentivogli già guida dei metalmeccanici della Cisl ora nel think tank Base Italia, smentisce di essere coinvolto nell’operazione. Resta per ora sullo sfondo Mara Carfagna, ministra per il Sud ed esponente governista di Forza Italia piuttosto critica sul progetto che vorrebbe il partito di Silvio Berlusconi unirsi con la Lega di Matteo Salvini. Carfagna è a conoscenza del progetto e Falasca, coordinatore nazionale di L’Italia c’è, è stato suo consigliere fino a qualche settimana fa, ma per ora non prende posizione.

Chi collabora all’associazione la definisce una «start up incubatrice di un movimento politico, che non sarà un partito personale, ma collettivo». La data clou è settembre: a Milano verrà presentata L’Italia c’è che, nel frattempo, sarà probabilmente diventata qualcosa di più. Un partito pronto per le elezioni politiche del 2023 che sosterrà il Pd? Probabile, ma nessuno al momento è disposto a confermare questo percorso. Ancora troppi i dettagli da definire. Ma il programma è chiaro: unire un centrosinistra litigioso e dispersivo, difendere l’agenda Draghi per contrastare l’asse sovranista-conservatore di Orbán-Meloni-Salvini. 

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