Matteo Renzi si prepara a lanciare nei prossimi giorni il suo progetto “draghiano” di terzo polo con Italia c’è, l’associazione nata nei mesi scorsi e a cui hanno aderito alcuni esponenti di Italia viva, tra tutti i parlamentari Gennaro Migliore e Gianfranco Librandi, il più munifico finanziatore di Renzi e della sua vecchia fondazione Open. Italia c’è include anche Piercamillo Falasca, ex di PiùEuropa, e l’ex sindaco pentastellato di Parma, Federico Pizzarotti.

Falasca, di area +Europa-Radicali e a lungo consigliere della ministra per il Sud Mara Carfagna, dopo che ha deciso di lasciare la coalizione con Azione, il partito di Carlo Calenda, ha di fatto dato il via all’alleanza per quello che si propone come il nascente “campo riformista”.

Il centro a pezzi

Arriva un’altra sfumatura di centro. Carlo Calenda di Azione, e Benedetto Della Vedova di PiùEuropa, si sono alleati con il Pd, Azione ha inoltre accolto le ministre forziste Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini. Italia viva cerca di mettere in campo un’altra lista che guarda al centro e al mondo delle imprese di cui nei prossimi giorni arriveranno nome e simbolo definitivi.

Renzi è pronto a candidarsi in più collegi per arrivare al 3 per cento, la soglia che gli permetterà di tornare in parlamento. Il tempo per presentare le liste certamente è poco, e il fatto che pochi giorni fa Italia viva alla Camera si sia abbinato a Italia c’è, ha fatto presagire come sarebbe andata a finire.

Il no al Pd

In questo contesto è fallito il disegno del Pd. Falasca, che al momento non commenta la notizia della nascente lista con Renzi, ha detto no ai dem: «Il Pd Avrebbe voluto che nascesse un lista unica con Luigi Di Maio e Bruno Tabacci», racconta. Tabacci e Di Maio di recente hanno dato vita al simbolo con l’ape e il nome di Di Maio “Impegno civico”.

Ma questo ultimatum è stato ampiamente rimandato al mittente. Nelle prossime ore la risultanza è che ci sarà una lista unica con Italia viva. Negli ultimi giorni il canale con Di Maio, che pure c’era stato qualche mese fa si è interrotto.

Il simbolo unitario dovrà essere presentato entro il 14 agosto e la lista il 22, quindi i lavori di unione dovranno essere rapidi. Beppe Sala non risulta pronto ad aderire all’area renziana, forse guarda a Luigi Di Maio con cui si è sentito più volte.

No a Berlusconi

Silvio Berlusconi ha dimostrato un certo interesse per il terzo polo renziano. Il Giornale d’Italia ieri ha dato la notizia di una telefonata di Silvio Berlusconi al leader di Italia viva. «Non partecipiamo al centrodestra - ha detto Renzi questa mattina alla radio - perché c'è chi ha sempre votato contro Mario Draghi», ovvero Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.

«Siamo stati e saremo dalla parte di Draghi. Ho ascoltato ieri Berlusconi, l'ho ascoltato con piacere. Lo ringrazio per avermi detto che sono intelligente». Ha dimostrato comunque stima: «Ho grande rispetto per lui – ha proseguito Renzi –. Anzi, lo dico: bisognare avere il coraggio di non attaccare gli avversari. Il M5s l'ha fatto troppo spesso in questi anni».

Adesso parte la campagna per raggiungere la soglia: «Dico agli italiani votateci, i seggi sono fondamentali se hai un'idea politica, ma se sei pronto a rimangiarti tutto per rimanere in Parlamento sei un quaquaraquà. Per i seggi: basta il 3 per cento. Ossia un milione di italiani. Me li cerco da solo, non vado dalle coalizioni», ha aggiunto.

Falasca commenta su un’ipotetica corsa con Berlusconi: «Ma non è presidente del Monza? Non scherziamo nemmeno, non c’è la minima possibilità di un dialogo prima delle elezioni. Populismo geriatrico».

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