Matteo Renzi continua a essere combattivo per i suoi parlamentari. Il 17 ottobre ha pubblicato la sua e-news e si è detto pronto ad appellarsi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella se la sua coalizione Azione-Italia viva non avrà poltrone tra le vicepresidenze di Senato e Camera e le posizioni di questore delle camere. L’annuncio era già stato dato, ma il leader di Italia viva è tornato a prendere posizione per il gruppo parlamentare che condivide con il partito di Carlo Calenda.

Il voto per le cariche d’aula dopo i presidenti è fissato per mercoledì 19 ottobre. «Quelli che si stanno accordando con la maggioranza – scrive Renzi - sono gli stessi che accusano noi di volere le poltrone. Io dico solo che gli accordi istituzionali devono garantire tutte le minoranze. Se Pd e Cinque Stelle ci tenessero fuori sarebbe un atto di gravità inaudita, atto che dovremmo immediatamente porre alla attenzione del presidente della Repubblica».
In ballo in futuro però anche le presidenze delle commissioni di vigilanza, solitamente affidate all’opposizione. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica, che si occupa dei servizi segreti, e quella per la vigilanza Rai. A cui si aggiunge la proposta renziana: «Io spero solo che la commissione parlamentare sul Covid si faccia. E a quel punto ne vedremo delle… brutte».

Calenda si allontana

Il matrimonio tra renziani e calendiani mostra qualche crepa. Dopo l’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato con i voti dell’opposizione, la divisione interna del polo serpeggia nelle dichiarazioni di Carlo Calenda: «Fossero stati i senatori di Renzi sarebbero stati quattro», ha detto a Che tempo che fa, domenica sera.

E anche sulle ipotesi che il terzo polo si trovi a decidere di entrare in maggioranza, Calenda dice no, ma sull’alleato Renzi specifica: «Per Renzi dovete chiedere a Renzi. Azione e Italia viva sono due partiti separati». Il progetto di diventare un partito unico a parole resiste, ma come ribadito dagli esponenti dell’uno e dell’altro schieramento, l’obiettivo è lontano: le europee del 2024.

© Riproduzione riservata