L’addio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni al senatore Andrea Augello, morto lo scorso 28 aprile, è stato commosso. La premier non ha mai ammesso la sofferenza di avere attorno a lei un cerchio magico fin troppo ristretto, ma al funerale del collega di partito presso la basilica di Santa Maria in Aracoeli ha ricordato: «Ha potuto contare su una classe dirigente fatta di uomini e donne determinati, appassionati, coraggiosi, colti. Una classe dirigente che il Signore ha voluto con sé proprio quando noi ne avevamo più bisogno».

In prima fila davanti a lei il presidente del Senato Ignazio La Russa, e il forzista Maurizio Gasparri, il cognato e ministro Francesco Lollobrigida. Tra loro, Pierferdinando Casini, eletto tra le fila del Pd e parlamentare dal corso più lungo ritornato per la XIX legislatura. Dietro altri ministri e sottosegretari ed esponenti di punta di FdI.

Il rapporto personale

Augello incarnava una parte importante di Fratelli d’Italia. La sua militanza a destra, che pure partiva da lontano, ha vissuto alterne vicende, ma sempre centrali nello scenario romano. Dal partito post fascista Movimento sociale italiano, poi Alleanza nazionale e il Pdl, infine il ritorno nel partito di Meloni nel 2018.

Augello ha vissuto da vicino ogni fatto politico recente, e il suo peso non gli è mai stato disconosciuto. Nonostante fosse già malato, nel 2022 la presidente del Consiglio lo ha voluto candidare al Senato e inserire in una delle commissioni parlamentari più delicate: il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica.

«Sapeva farti ridere di tutto», ha ricordato Meloni, che ha raccontato come il politico le ha rivelato la sua malattia: «Gli ho detto: “Dimmi Andrea ho venti minuti”, e lui mi ha risposto: “Sto morendo”». Allo shock di Meloni «lui ha risposto “Non fare così Giorgia, pensa a me che sto morendo e devo dirtelo in 20 minuti”».

Relatore del provvedimento sul decadimento di Silvio Berlusconi dal ruolo di senatore nel 2013, e poi parte della commissione Banche, era benvoluto dai suoi colleghi di partito e anche dall’opposizione, come ha dimostrato il fatto che lui stesso abbia scelto di chiedere uno dei due discorsi d’addio durante la cerimonia funebre a Goffredo Bettini (Pd). L’altro, appunto, a Meloni.

La premier ha ricordato l’ultimo intervento pubblico di Augello in occasione della campagna elettorale della moglie, Roberta Angelilli, oggi vicepresidente del Lazio. Il senatore ha parlato di questi come degli «anni del nostro riscatto. Quando arriveranno gli anni difficili ricordiamoci di questo riscatto».

Per l’addio, ha proseguito Meloni, «useremo le stesse parole che hai usato per Tony (il fratello del senatore venuto a mancare diversi anni fa, anche lui di scuola missina): c’era una volta mio fratello». 

Anche il fratello ha fatto politica fino all’ultimo. Il centro studi a lui dedicato si chiama Le dodici querce, prendendo spunto da Via col vento. Adesso, hanno fatto sapere durante il funerale, si aggiungerà anche il nome di Andrea Augello. Sul sito del centro studi si legge che «per Tony la militanza era un’avventura, vissuta come se si trovasse dentro un romanzo. Tra i suoi preferiti l’epopea sudista di Via col Vento, anche (ma non solo) per la frase di Rhett Butler sulle cause perse, così piene di fascino, così intriganti». Angelilli ha detto che il messaggio che ha lasciato il marito si compone di tre parole: forza, coraggio e onore.

© Riproduzione riservata