«Ho appreso con stupore che il Tuo Governo - in modo non coordinato con il Governo italiano - avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non va per il sottile nella lettera che ha inviato sabato scorso al cancelliere tedesco Olaf Scholz e che è stata diffusa oggi. Il governo federale ha dato il via libera al finanziamento a due organizzazioni con cifre che oscillano tra i 400 e gli 800mila euro, facendo seguito a una decisione presa dal Bundestag a fine 2022, quindi già nota. 

«Caro Olaf, come sai, in queste settimane il Governo italiano è impegnato in prima linea nel fare fronte ad una pressione migratoria eccezionale. Tale impegno si esprime sia sul fronte interno per dare il massimo sostegno alle regioni italiane più coinvolte, a partire dall’Isola di Lampedusa, sia su quello internazionale, dove abbiamo moltiplicato i contatti, da ultimo a New York, con i partner internazionali ed i paesi di origine e transito nonché con le Istituzioni e gli Stati membri Ue» si legge ancora nella lettera. 

Confronto di persona

Meloni continua auspicando che «gli esatti contorni» del sostegno di Berlino «possano essere meglio chiariti» in occasione del prossimo incontro tra i due capi di governo nello specifico al Consiglio europeo di Granada il prossimo 5 e 6 ottobre. «Ritengo che gli sforzi, anche finanziari, delle Nazioni Ue interessate a fornire un sostegno concreto all'Italia dovrebbero piuttosto concentrarsi nel costruire soluzioni strutturali al fenomeno migratorio, ad esempio lavorando ad un'iniziativa Ue con i paesi di transito della sponda sud del Mediterraneo, che peraltro necessiterebbe di risorse inferiori rispetto a quella da tempo in essere con la Turchia» continua la presidente. 

La questione del sostegno del governo federale alle organizzazioni attive nei salvataggi in mare era esplosa venerdì e la polemica era montata nel fine settimana, quando il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso in un’intervista a La Stampa perplessità sulla «grave anomalia» che comporta questo atteggiamento nei confronti di un paese «teoricamente amico». Particolarmente dura la posizione della Lega, che per voce del ministro dei Trasporti Matteo Salvini aveva definito «vergognoso e inaccettabile» la posizione di Berlino. 

L’utilizzo di uno strumento formale come la lettera del presidente del Consiglio alza ulteriormente il livello dello scontro diplomatico, che rischia di aprire un ulteriore fronte oltre a quello che contrappone Roma e Parigi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha offerto nelle scorse ore solidarietà al governo italiano, ma le tensioni intorno ai controlli francesi al confine di Ventimiglia e la scarsa disponibilità del governo francese ad alleviare la pressione dei migranti in arrivo a Lampedusa sono sempre pronti a riesplodere.

Si complica quindi la missione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che mercoledì sarà in visita a Parigi per incontrare il suo omologo francese e giovedì atterrerà a Berlino, dove è in programma un appuntamento con la collega Annalena Baerbock.

La posizione di Berlino

Se da Roma arrivano polemiche, Berlino rimane ferma nell’opposizione alle strategie italiane. Baerbock si è pronunciata contro il blocco navale sbandierato dalla destra italiana. «Per tutti gli Stati, e anche per la Repubblica federale di Germania, il fondamento è la Convenzione europea dei diritti dell'uomo», la «base su cui facciamo tutte le leggi e lì ci sono anche chiare regole sulla questione del riportare indietro imbarcazioni in alto mare. Si deve dare protezione a persone che sono in difficoltà in mare, non le si può semplicemente respingere». La ministra ha aggiunto che l’Italia era già stata informata del finanziamento per le ong. 

© Riproduzione riservata