Accanto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni la presidente Ursula von der Leyen ha annunciato a Lempedusa la linea «del pugno duro». In dieci punti: «Frontex collaborerà con i paesi d’origine per i rimpatri». E «dobbiamo aumentare gli sforzi per combattere i trafficanti. Dobbiamo usare il pugno duro». L’ipotesi è cambiare la legislazione europea ma non solo. L’Europa vuole aumentare la sorveglianza navale e via aerea e considerare la possibilità di avviare nuove missioni nel Mediterraneo, fino ad aumentare «l’attrezzatura alla guardia costiera tunisina».

Anche Meloni punta su questo fronte e auspica una nuova missione Sophia, che aveva tra gli obiettivi l’addestramento della Guardia costiera e della Marina libiche e migliorare le possibilità per lo scambio di informazioni sulla tratta di esseri umani con le agenzie di contrasto degli Stati membri, Frontex ed Europol.

Solo da ultimo von der Leyen ha parlato dei corridoi umanitari e dell’ipotesi di mettere in campo vere alternative con i corridoi umanitari. «Sono venuta qui a dirvi che l’immigrazione è una sfida europea» e solo «con solidarietà e unione» si può affrontare, e in italiano ha scandito: «L’Italia può contare sull’Unione europea».

Ribadendo un principio che non apre le porte: «Se arrivano con i trafficanti sono irregolari». Mentre si discutono anche gli aiuti economici alla Tunisia, la presidente Meloni al prossimo Consiglio europeo vuole proporre «un sostegno al bilancio tunisino» indipendente dal Fondo monetario internazionale.

I cittadini

I lampedusani sono stanchi. La presidente del Consiglio e  von der Leyen appena arrivate state accolte dalle proteste. Alcune decine di cittadini dell'isola che hanno sbarrato la strada al convoglio di auto nel tragitto dall'aeroporto all'hotspot per i migranti. Meloni e von der Leyen hanno deciso che non incontreranno i migranti, ma la Croce rossa italiana gli ha consegnato una maglietta in segno di benvenuto attraverso la vicepresidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Debora Diodati: «Come ogni giorno con le persone migranti che accogliamo, vogliamo condividere oggi con le istituzioni il nostro principio di umanità. È una speranza di vita».

Momenti di tensione

A quanto si apprende, non sono mancati momenti di tensione con i manifestanti che hanno preteso di poter parlare con la presidente del Consiglio, altrimenti non avrebbero sgomberato la carreggiata. Uno di loro guidava la protesta parlando a un microfono.

La premier Meloni è scesa dall'auto per incontrare i cittadini e ha cercato di tranquillizzarli. Sono scesi anche von der Leyen e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. «Ce la stiamo mettendo tutta», ha detto Meloni ai lampedusani: «Ci metto la faccia». Dopo il breve colloquio, i cittadini che da ieri protestano in maniera pacifica, hanno liberato la strada al convoglio che ha proseguito verso l'hotspot.

Il cimitero dei barchini

La visita è passata poi al molo di Favaloro di Lampedusa, dove le presidenti si sono soffermate davanti alle decine di barchini ormeggiati davanti alla banchina, su cui nelle ultime settimane sono arrivate centinaia di migranti. Il “cimitero dei barchini”. Con il sindaco dell'isola Filippo Mannino impegnato a New York all'Onu, è stato il suo vice, Attilio Lucia, a raccontare la situazione del molo alle autorità arrivate in Sicilia.

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