Ostia, 5 novembre 2021, il leader dei Verdi Angelo Bonelli è tornato a casa e ha trovato sulla sua porta tracciata con una bomboletta spray una scritta nera: “Infame”. Ha sporto immediatamente denuncia. «Di recente avevo presentato due esposti in procura». Il primo è quello che ha fatto partire le indagini per finanziamento illecito e di riciclaggio a carico dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza e del “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini.

Il secondo di fatto contro il partito neofascista Forza Nuova: «Chiediamo che la procura agisca immediatamente per lo scioglimento», spiega, riprendendo le leggi che vietano la ricostituzione del partito fascista. Questa «è l’attività che ho svolto, ma sarà la magistratura ad accertare i fatti».

Attivista ambientalista, Bonelli è un volto noto a chi si occupa di sostenibilità e rivoluzione green, un impegno che in passato lo ha portato a essere preso di mira: «La prima volta nel 2000, quando mi sono trovato la benzina davanti alla porta di casa». Sempre a Ostia: «Mi stavo opponendo al clan Spada sulla questione delle concessioni balneari».

Non solo, gli avevano anche bruciato la macchina. Capogruppo dei Verdi alla tredicesima circoscrizione della capitale, si era battuto contro l'abusivismo edilizio ed era stato presidente della Commissione regionale contro la criminalità. Nel 2016 trova un organo di animale dietro la porta: «Non so se era un fegato o un cuore». Gli avevano suonato alla porta nel cuore della notte: «A merda, c'è un pacco per te» e una lettera con i ritagli di giornale: «Perché il prossimo sarà il tuo». Le cronache riportano che ci sarebbe stata presto una manifestazione organizzata dai Verdi “Come hanno rubato le spiagge agli italiani” e la presentazione del “manuale di autodifesa del bagnante”.

Angelo Bonelli (LaPresse)

I due esposti

Bonelli, dopo le intimidazioni precedenti, vive prevalentemente in Trentino Alto Adige con la sua famiglia. Ha trovato la scritta al suo ritorno a Roma. Il suo appartamento a Ostia è all’ultimo piano, nessuno passa davanti al suo portone. «Nessuno dei vicini ha notato nulla», c’è uno studio medico e la porta è sempre aperta. Non si chiede se lo controllano: «Spero proprio di no».

L’ultimo esposto, del 21 ottobre, firmato insieme all’altra co-portavoce dei Verdi, Eloenora Evi, prende le mosse dall’inchiesta Fanpage dal titolo "ForzaNuoVax", andata in onda anche a Piazza Pulita su LA7. Nello specifico «in una riunione ripresa con telecamera nascosta del 10/10/2020, a cui partecipavano tutti gli esponenti di Forza Nuova, venivano ripresi gli interventi per la nascita del governo del "Comitato di liberazione nazionale"».

In questo fantomatico governo del comitato di liberazione nazionale, voluto dagli esponenti di Forza Nuova, venivano indicati come ministri tra gli altri Roberto Fiore e Giuliano Castellino, attualmente in arresto dopo l’assalto alla Cgil del 9 ottobre, e l’avvocato Carlo Taormina, che invece difende sia Fiore sia Castellino. Per Bonelli ed Evi «il programma del comitato di liberazione è di natura chiaramente eversiva».

Infatti, come illustrato da Castellino, puntavano allo scioglimento di Camera e Senato. Non solo: giurie popolari, niente potere ai Pm, scioglimento del Csm e di tutte le organizzazioni politiche: «Io non voglio abbassare il livello. Lo voglio alzare! Abbiamo una nazione da liberare. Noi oggi dobbiamo guidare il popolo verso la liberazione», esclamava Castellino.

Mentre le Camere hanno chiesto al governo «di valutare» lo scioglimento di Forza Nuova con delle mozioni ben poco vincolanti, per l’esposto si configurano con chiarezza i reati ai sensi dell'art. 270 bis, ovvero di eversione dell'ordine democratico, e di violazione della XII disposizione transitoria della Costituzione e dell'art.3 della legge 645/1952, la legge Scelba: tutte disposizioni contro la ricostituzione del partito fascista. Bonelli non ha paura: «Sono solo preoccupato a non creare ansia nella mia famiglia». Si pente degli esposti? «No».

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