Voleva essere il nuovo ministro della Cultura. Un sogno sfumato per il meloniano Federico Mollicone che, dopo la nomina di Alessandro Giuli, s’è dovuto accontentare di rimanere al suo posto: presidente della commissione Cultura alla Camera. Un incarico che, però, ora sarebbe in bilico. È fisiologico che, giunti alla metà della legislatura, la maggioranza di governo proceda con un cambio delle presidenze di Commissione. Anche solo per riequilibrare i rapporti all’interno della coalizione.

Ma nel caso del deputato di Fratelli d’Italia la scelta è legata ai conflitti di interessi che sono stati rivelati da Domani. Mollicone ha assunto come consulente una donna non organica al partito. Il suo nome è Georgiana Ionescu, lavora per Civita mostre e musei e ha ottenuto un contratto dalla presidenza della commissione Cultura a Montecitorio, direttamente, dunque, dal deputato di FdI, con cui ormai lavora in simbiosi e che non manca di promuoverne gli eventi.

Conflitto di interessi

Il rapporto professionale e confidenziale tra Mollicone e Ionescu, raccontato da questo giornale a dicembre scorso, ha messo in agitazione il partito, ancora probabilmente troppo scosso dal caso Boccia. I più maliziosi non hanno mancato di sottolineare una certa analogia tra le due vicende.

L’affaire Ionescu, sommato ai comportamenti di Mollicone che gli stessi suoi colleghi definiscono «sopra le righe» e ai rapporti «tesi» col ministro Giuli, sta pertanto mettendo a serio rischio la sua presidenza. Il deputato verrà rimosso dallo scranno della commissione Cultura? Le indiscrezioni sembrano portare tutte in questa direzione, considerato pure il recente litigio che Mollicone ha avuto con Antonella Giuli, sorella del ministro e attualmente assunta presso l’ufficio stampa alla Camera.

Nonostante le voci che circolano Mollicone ostenta tranquillità e sembra pronto a tenersi stretta la sua poltrona. Se fosse rimosso, senza un incarico alternativo, cosa potrebbe succedere? Questo è un aspetto che il partito sta comunque considerando. A ogni modo le riserve sulla questione dovrebbero essere sciolte a breve.

Totonomi

E a proposito di nomine, qualora i vertici di Fratelli d’Italia decidessero realmente di sollevare Mollicone dal suo incarico, si sta già facendo largo un possibile totonomi. Chi, in altre parole, potrebbe sostituire il deputato nel suo ruolo di presidente della commissione Cultura a Montecitorio? È questo un altro punto che agita il partito della presidente del Consiglio. Si vocifera che si stia facendo molta fatica a trovare un nuovo candidato.

I più papabili sarebbero due giovani leve di Fratelli d’Italia: Grazia Dimaggio, classe 1994, giornalista e militante Pro-life in base alla definizione che da di sé, e Fabio Roscani, dal 2017 presidente di Gioventù nazionale. 

Intanto con Mollicone, se realmente dovesse andar via, direbbe addio a incarichi e consulenze anche il suo staff, Ionescu compresa, le cui energie si dissipano su mille fronti: la consulente “d’eccellenza” è di fatto impegnata nella commissione, nel suo ruolo in Civita, ma anche in fondazioni, associazioni e nell’Intergruppo parlamentare cultura arte e sport (Icas), fondato proprio da Mollicone.

Un’intraprendenza che fa per l’appunto storcere il naso a molti colleghi del deputato che continua a muoversi con nonchalance. Basta guardare i suoi social. Una foto postata alla prima della Carmen al teatro dell’Opera di Roma, un’altra alla presentazione di un volume su Yoko Ono, un’altra ancora al Forum Theatre per la serata tributo La compagnia delle voci con tutti i doppiatori della trilogia del Signore degli Anelli di Peter Jackson, non a caso un classico amato dai meloniani. Insomma il deputato non sembra affatto intenzionato a fare un passo indietro. Sarà costretto a farlo?

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