In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha spiegato a che punto siamo con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Secondo il ministro del Partito democratico l’instabilità politica ha influito molto nel varare il piano: «Siamo l’unico Paese che ha dovuto affrontare un passaggio così delicato nel pieno di una crisi di governo. Prima per l’instabilità del Conte bis e poi per la caduta dell’esecutivo, abbiamo dovuto interrompere il lavoro di preparazione del Pnrr. La crisi, come avvertivamo in quei giorni, non è certo una cosa utile».

Dopo aver perso due mesi lo “scontro” con l’Europa sembra essere rientrato. La figura di Mario Draghi ha aiutato a dare garanzie solide a Bruxelles ma ci sono ancora tanti pregiudizi da abbattere. In questi mesi infatti è stata completata tutta quella parte delle riforme di sistema, che come afferma lo stesso Orlando era «la più debole». Infatti, il Pnrr conta circa 40 pagine, mentre quello varato dal Conte bis era soltanto una. «C’è stata una riscrittura profonda, per offrire una risposta più articolata e compiuta» dice il ministro che ci tiene a sottolineare come il piano riprende l’impostazione di quello precedente e che lo stesso Mario Draghi ha ringraziato Conte all’interno del Consiglio dei ministri. «Questo è il secondo tempo di una partita che abbiamo giocato bene, vincendo il primo con la conquista dei fondi e la definizione della fisionomia del Recovery» ha detto Orlando.

Salvo imprevisti i primi fondi sono attesi già per luglio. Nodo sciolto quello del superbonus, mentre per le pensioni si capirà nei prossimi mesi dopo il venir meno di Quota 100.

«Il Pd si è intestato e ha vinto una battaglia importantissima – spiega Orlando – è stata introdotta una clausola che privilegia, nella realizzazione del piano, l’assunzione di donne e giovani. Un passo fondamentale sul fronte della parità di genere e una risposta concreta a dinamiche molto negative in atto nel mercato del lavoro. Nei primi mesi dell’anno lo hanno perso quasi soltanto donne e giovani».

Per quanto riguarda lo sconto tra Letta e Salvini sulle riaperture e il coprifuoco dice: «L’astensione sul decreto riaperture è un campanello di allarme molto preoccupante. Se le idee diventano propaganda e se la propaganda determina fratture, in un momento così delicato pesano dieci volte di più. Raccogliere firme contro le decisioni del governo di cui fa parte, poi, è inaccettabile». Anche per questo un’alleanza con il Movimento cinque stelle è sempre più a portata di mano.

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