Le elezioni per il comune di Palermo si preannunciano agitate. La polizia ha arrestato per scambio elettorale politico-mafioso Pietro Polizzi, uno dei candidati di Forza Italia al Consiglio comunale di Palermo per le elezioni che si terranno domenica prossima. Secondo la procura, riportano le testate locali, per essere eletto avrebbe stretto un patto con i boss dell’Uditore, i costruttori Sansone, storici alleati del capomafia Totò Riina che ospitarono il padrino di Corleone in una delle loro ville nell’ultimo periodo della latitanza.

A quanto riporta il sito Blog Sicilia il 73enne boss Agostino Sansone, il fratello di Gaetano – noto per essere padrone di casa di Salvatore Riina – è stato intercettato dalla squadra mobile nel comitato elettorale dell’esponente politico che sostiene il candidato sindaco del centrodestra Roberto Lagalla.

Per i magistrati, le parole pronunciate non lasciano dubbi: il procuratore aggiunto Paolo Guido, il coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, e i sostituti Giovanni Antoci e Dario Scaletta hanno chiesto e ottenuto nel giro di pochi giorni l’arresto di Polizzi e di Sansone, per il reato di “scambio elettorale politico mafioso”. Arrestato anche un collaboratore di Sansone, Manlio Porretto.

Lo scambio a maggio

A quanto riporta il sito, l’incontro tra Sansone e Polizzi risalirebbe al 10 maggio, meno di un mese fa: il capomafia era intercettato e gli inquirenti hanno potuto ascoltare in diretta la promessa di appoggio alle prossime comunali in cambio dell’assicurazione del sostegno da parte del politico.

Polizzi, 52 anni, è un dipendente dell’Agenzia delle Entrate (Riscossione Sicilia) ed è un ex consigliere provinciale di Palermo eletto nelle file dell'Udc, nel 2008.

I poliziotti a quanto racconta Live Sicilia, hanno perquisito la villa di Sansone. L’edificio si trova in via Bernini, a pochi passi da quello che fu l’ultimo covo di Totò Riina. Lì fu arrestato il 15 gennaio 1993 e le ville dei costruttori Sansone, mafiosi del rione Uditore, racconta il giornale, sono state confiscate. Una ospita la caserma dei carabinieri, un’altra l’ordine dei giornalisti. Alcuni immobili tuttavia sono rimasti alla famiglia Sansone.

Lagalla e Dell’Utri

Continua intanto il dibattito sulla questione morale, anche perché il candidato sindaco Lagalla ha ricevuto l’appoggio ripetuto dal fedele amico di Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Dopo aver sostenuto il nome di Lagalla nelle scorse settimane benedicendo la scelta del centrodestra, ieri a Palermo è tornato a ribadire la bontà della decisione: «Se avevo ragione a consigliare Lagalla? Mi sembra che mi abbiano ascoltato e hanno fatto bene. Il professor Lagalla è il più preparato e farà il botto, vedrete...».

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