La 39enne manager cagliaritana Cecilia Marogna, divenuta nota come la «dama del cardinale» per il rapporto fiduciario che la legherebbe all’ex numero due della Segreteria di Stato vaticana, Angelo Becciu, è stata arrestata.

La Marogna è stata fermata a Milano dalla Guardia di finanza: nei suoi confronti gli inquirenti vaticani hanno emesso un mandato di cattura internazionale attivando l’Interpol.

Nel mirino degli magistrati di papa Francesco sarebbero finiti bonifici per mezzo milione di euro ricevuti dalla Santa Sede per operazioni segrete umanitarie in Asia e Africa, e finiti in gran parte nell’acquisto di borse di lusso, cosmetici e altri beni di marca.

In un’intervista esclusiva a Domani, la Marogna aveva spiegato di aver conosciuto il cardinale Becciu nel 2016, e di aver lavorato per lui in segreto per creare una «diplomazia parallela» di cui nessuno, nella Santa Sede, era al corrente. Secondo l’entourage della porpora licenziato tre settimane fa da Bergoglio, i soldi girati dalla Segreteria di Sato a una società slovena riferibile alla Marogna servivano invece alle trattative segrete per la liberazione di alcuni missionari rapiti in Mali.

«Sono stato truffato», ha detto poi Becciu ipotizzando deunce contro la Marogna.

Gli inquirenti guidati da Gian Piero Milano e Alessandro Diddi hanno fatto prima, e hanno chiesto l’intervento dell’Interpol. Ora è probabile che dal Vaticano arrivi all’Italia una richiesta di estradizione di un cittadino laico di nazionalità italiana. Fatto che non ha precedenti nella storia giudiziaria dei due stati.

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