- Un accordo segreto per la separazione dei comuni di Venezia e Mestre è all’origine della vittoria di Luigi Brugnaro alle elezioni del 2015 sull’ex magistrato Felice Casson.
- Una volta eletto sindaco, però, Brugnaro ha tradito gli alleati e ha avviato una campagna a tutto campo contro il referendum, che nel 2019 è fallito senza raggiungere il quorum.
- Ora gli ex alleati hanno avanzato richieste di danni milionarie. Così è naufragata l’alleanza politica che ha portato per la prima volta l’ex presidente di Confindustria Venezia a Ca’ Farsetti.
All’origine della prima elezione dell’imprenditore Luigi Brugnaro a sindaco di Venezia nel 2015 c’è la storia di un tradimento politico. Un accordo riservato in vista del ballottaggio, siglato il 5 giugno 2015 da Brugnaro, Gian Angelo Bellati (liste autonomiste) e Alberto Semenzato (Lega nord), prevedeva infatti l’impegno, per il futuro primo cittadino, di separare Venezia e Mestre facendo nascere due comuni autonomi, «ricercare con ogni mezzo l’elezione democratica del sindaco metropolitano» e



