L’assemblea di redazione di Raisport ha deciso di scioperare il 24 agosto, la prima giornata di campionato, in cui sarebbero dovuti andare in onda anche speciali sul mondiale di volley e di ginnastica artistica. Un nuovo colpo per la governance di destra della Rai: è il primo di tre giorni di un pacchetto affidato al comitato di redazione per protestare contro la direzione del canale, ma non è da escludere che – soprattutto in mancanza di misure da parte del consiglio d’amministrazione che si riunirà il prossimo 30 luglio – i redattori incrocino le braccia anche il 5 settembre, quando esordiranno la nazionale di Rino Gattuso e l’Under 21 di Silvio Baldini. 

Dopo la diffusione della notizia, però, il colpo di scena: il sindacato di destra Unirai ha annunciato che non parteciperà allo sciopero. «Riteniamo che, anche in situazioni complesse, esistano sempre margini per una mediazione responsabile» si legge in una nota del sindacato guidato da Francesco Palese. 

Il Pd ha intanto annunciato di voler portare il caso in commissione Vigilanza – ferma da settembre scorso – per denunciare l’«amichettismo»: «Le nomine di Telemeloni sono sempre più lontane dal servizio pubblico e sempre più vicine a una sezione dell’Msi» si legge in una nota dei dem. 

I precedenti

Si tratta di un nuovo capitolo nello scontro che dura praticamente dal suo insediamento tra la redazione e il neodirettore Paolo Petrecca, spostato da Rainews dopo tre anni di mandato molto difficile e risultati trascurabili ottenuti nella rete all news. Ma anche allo sport, le cose non sono andate meglio: Petrecca per due volte di fila non ha ottenuto i voti necessari all’approvazione del suo piano editoriale, la seconda volta il lazialissimo direttore ha raccolto addirittura soltanto una trentina di voti.

Le sue scelte di personale hanno portato la redazione a una preoccupazione tale da formulare un comunicato molto duro. I giornalisti si sono rivolti ai piani alti del servizio pubblico per chiedere la rimozione del direttore dal suo incarico nel timore che la sua gestione spericolata - anche a livello di budget, sostengono i redattori – rischi di compromettere gli appuntamenti importanti che la rete ha in programma il prossimo anno, come Olimpiadi e Mondiali di calcio. 

Per i giornalisti, Petrecca «ha promesso spazi, promozioni e programmi senza visione d’insieme e intesa con l’azienda in termini di palinsesto, pianta organica e budget». Il sostegno, però, nonostante le promesse non è arrivato. Per la redazione, il tentativo di rimpasto promosso dal direttore è «figlio di un rimpasto che ha obbedito come logica solo alla fedeltà a Paolo Petrecca e non al merito, ritenuto dal direttore non sufficiente per lavorare con lui».

L’indignazione per la discutibile organizzazione del lavoro da parte di Petrecca ha raggiunto anche il settimo piano dell’azienda. Da tempo anche internamente al gruppo dei dirigenti d’area Fratelli d’Italia il direttore è discusso, ma il suo ruolo non è ancora stato messo in discussione. 

A inizio settimana il comitato di redazione di Raisport – una redazione non esattamente nota per essere “un centro sociale”, come ai dirigenti meloniani dell’azienda capita di appellare altri gruppi più connotati, come accade a Rainews e al Tg3 – ha incontrato le risorse umane per un tentativo di conciliazione, miseramente fallito. Il clima continua a peggiorare, e c'è chi inizia a valutare di smaltire le ferie arretrate o usufruire in maniera più sistematica dei permessi. In un anno in cui ci sono tanti appuntamenti cruciali, una pessima premessa. 

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