Due sfiducie (anzi tre, contando anche quella raccolta a Rainews), uno stato di agitazione e un comunicato durissimo in cui si chiede la rimozione del direttore.

Le cose per Paolo Petrecca si mettono male anche nella nuova redazione che dirige, quella di Raisport, dove è traslocato in primavera, al penultimo giro di nomine in Rai. L’assemblea di redazione, che tradizionalmente non viene segnalata come particolarmente di sinistra né compatta, stavolta ha votato quasi all’unanimità: il comunicato contro Petrecca ha infatti ottenuto 47 voti favorevoli e uno soltanto contrario. 

Il comunicato si rivolge direttamente all’azienda, che «non può ignorare che in seconda chiamata solo 30 giornalisti su 105 aventi diritto al voto abbiano detto “sì”». Per i giornalisti, Petrecca «ha promesso spazi, promozioni e programmi senza visione d’insieme e intesa con l’azienda in termini di palinsesto, pianta organica e budget». Il sostegno, però, nonostante le promesse non è arrivato. Per la redazione, il tentativo di rimpasto promosso dal direttore è «figlio di un rimpasto che ha obbedito come logica solo alla fedeltà a Paolo Petrecca e non al merito, ritenuto dal direttore non sufficiente per lavorare con lui».

Sfiducia

«Siamo di fronte a un baratro» è la valutazione che circola nei corridoi della redazione, dove si teme che il movimento ondivago di Petrecca possa danneggiare in maniera permanente il lavoro dei giornalisti sportivi della Rai, peraltro all’indomani delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina e dei Mondiali di calcio. Nel comunicato si parla di «clima di pesante intimidazione» da parte di Petrecca, che «ha tenuto più volte a precisare che chi non è con lui è contro di lui».

Anche in caso di sfiducia, il direttore vuole andare avanti fino a un’eventuale perdita di consenso dell’azienda, che però per il momento non pare probabile. «È uno di noi – è il ragionamento che filtrava dalla governance in trasferta a via Asiago negli ultimi mesi – Più lo attaccano più resta al suo posto». Fino a questo momento, non si intravedono spiragli di cambiamento, anche se l’alternativa (per altro gradita ai meloniani) l’ad Giampaolo Rossi l’avrebbe già in redazione, e si chiama Marco Lollobrigida ed era tra i più quotati quando si trattava di scegliere il nuovo direttore. 

Misoginia

L’altro elemento che la redazione sottolinea nel comunicato è il complicato rapporto di Petrecca con le donne che lavorano nella sua redazione. Da un lato, le madri lavoratrici umiliate dalla richiesta «di affidarsi in toto alle sue decisioni senza pensare - testuale - al fatto che bisogna riprendere i figli a scuola a una certa ora», una posizione difficilmente compatibile con i valori di parità e valorizzazione che la Rai si propone di difendere. Dall’altro, l’ampio impiego di professionalità esterne a danno, sostiene l’assemblea, di quelle interne. «Guardiamo peraltro con grande preoccupazione all’immagine della donna che la direzione di RaiSport ha deciso di fornire» si legge. «Una cosa sono i talent, altro sono le vallette e la stagione delle vallette è passata senza rimpianti» continua il comunicato, in cui si sottolinea anche il prezzo del coinvolgimento delle esterne. 

Né direttore né Rai per il momento hanno voluto prendere posizione sull’iniziativa della redazione, che complica la posizione di Petrecca, in un posto sensibilissimo visti i prossimi importanti appuntamenti sportivi. Petrecca non è nuovo a gaffe: quando gestiva la all news dell’azienda aveva fatto aprire un tg serale sul festival delle identità di Pomezia invece che sulle elezioni legislative in Francia, ha dato spazio a punti fermi dell’universo sovranista con dubbi meriti culturali, è stato ospite alla festa di partito di FdI Atreju ed era riuscito a mantenere la redazione in agitazione praticamente permanente. Il suo talento sembra non avere limiti. 

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