Il presidente del consiglio Mario Draghi come promesso ha incontrato i rappresentanti delle regioni e degli enti locali, così come aveva chiesto il presidente della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Nell’incontro, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, ha illustrato brevemente i due aspetti principali del Piano nazionale di ripresa e resilienza - la governance e le “direttrici” - annunciando una struttura di coordinamento centrale, e, a sorpresa delle task force locali. Draghi inoltre ha in parte sconfessato il precedente lavoro del governo Conte due: «Molti si chiedono se questo Piano sia in continuità o meno con il precedente: è certamente in continuità in alcune aree dove la discontinuità non aveva nessun motivo di esserci, ed è in forte discontinuità in altre aree»

Nel pomeriggio Draghi, il leader che ha risposto ai giornalisti finora pochissime volte, ha organizzato una conferenza stampa. Prima però si è confrontato con i presidenti delle regioni: «Il modello organizzativo del Pnrr prevede due livelli, strettamente legati tra di loro. La struttura di coordinamento centrale supervisiona l’attuazione del piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione Europea, a seguito del raggiungimento degli obiettivi previsti» ha detto loro.  Accanto a questa struttura di coordinamento «agiscono una struttura di valutazione e una struttura di controllo». 

Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme. Inviano i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale, per garantire le successive richieste di pagamento alla Commissione Europea: «Il governo intende inoltre costituire delle task force locali che aiutino le amministrazioni territoriali a migliorare la loro capacità di investimento e a semplificare le procedure». 
La supervisione politica del piano è affidata a un comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio a cui partecipano i ministri competenti.

Regioni ed enti locali

In questo disegno, gli enti territoriali hanno dunque quattro funzioni:  Regioni ed enti locali hanno la responsabilità attuativa delle misure loro assegnate.  Le regioni supervisionano i progetti gestiti dagli enti locali e si assicurano che siano coerenti con le altre politiche regionali di sviluppo. Gli enti territoriali partecipano alle strutture di sorveglianza del piano e contribuiscono alla sua corretta attuazione.
Infine, beneficiano degli interventi di assistenza tecnica e di supporto operativo che arrivano dalle task force.

Le priorità

Il Pnrr ha detto Draghi ha tre priorità trasversali: “Giovani”, “Parità di Genere” e “Sud”, a cui si aggiungono sei missioni: Digitalizzazione, Transizione Ecologica, Infrastrutture, Istruzione e Ricerca, Inclusione e Coesione e Salute. «Per quanto riguarda la digitalizzazione, puntiamo a una diffusione capillare della fibra ottica su tutto il territorio e in particolare nel Mezzogiorno». Quindi punta a digitalizzare le imprese del settore turistico.

Sin dal suo primo discoro in parlamento, Draghi aveva promesso un programma consapevole della crisi climatica: «Nell’ambito della transizione ecologica, investiamo nella tutela del territorio e delle risorse idriche. In particolare, intendiamo prevenire e contrastare gli effetti del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e accelerare, in maniera decisa, la ricostruzione nelle aree che hanno subito gravi eventi sismici negli ultimi decenni».

Per quanto riguarda le infrastrutture, «interveniamo nelle ferrovie, e in particolare nell’alta velocità verso il Sud per merci e passeggeri; e nell’alta velocità che collega il Nord all’Europa». 
Il piano per le strade include la manutenzione di numerosi ponti, viadotti e gallerie, ad esempio sulle autostrade A24 e A25 che attraversano l’Italia da Est a Ovest (rispettivamente l'Aquila-Teramo e la Chieti-Pescara).

Nell’ambito della missione “Istruzione e ricerca” «potenziamo l’offerta di asili nido e scuole materne, che sono fondamentali per raggiungere una vera parità di genere». 
Per i giovani  «rilanciamo gli istituti di formazione professionale (ITS) e ampliamo l’accesso a sussidi, alloggi e sgravi fiscali per i ragazzi meritevoli in condizioni economiche e sociali difficili». Con l’intenzione di incentivare ricerca e sviluppo soprattutto al meridione.

Disuguaglianze e occupazione l’ultima parte del discorso. Posti dignitosi e ben retribuiti, ha detto il presidente del Consiglio: «Dobbiamo rafforzare i servizi per l’impiego, investire nell’apprendistato, promuovere la creazione di imprese femminili. Il governo ha come priorità aiutare le fasce più povere della popolazione, spesso le più esposte alla crisi del Covid-19». Quindi «nel piano è presente anche un importante intervento di rigenerazione dell’edilizia residenziale pubblica e sociale». 
Queste misure, insieme al rafforzamento del ruolo dei servizi sociali nazionali e al recupero delle infrastrutture sportive, per il governo sono mirate a intervenire sui fenomeni di emarginazione e degrado sociale e ridurre i divari tra le varie aree del paese.

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