Italia

Politici, massoni e mafiosi. Ecco come hanno spolpato la sanità della Calabria

Con un giro d’affari di 3,5 miliardi l’anno e 20mila dipendenti è un bacino elettorale enorme. Ora il sistema è a rischio crollo e i sindacati chiedono l’intervento di Gratteri

  • Antonio Verduci, direttore medico del più grande ospedale di Reggio Calabria, da giorni racconta che la situazione è drammatica, con «malati di Covid che devono stazionare in barella nei corridoi del pronto soccorso. Siamo allo stremo, ci serve personale, mancano 400 tra medici, infermieri e operatori sanitari».
  • Ospedali e aziende sanitarie sono stati l’osso che per anni è stato spolpato da una vorace compagnia di politici, circoli massonici e ‘ndrangheta.
  • Santo Gioffré nel 2015 è stato nominato commissario della Asp di Reggio Calabria. Un inferno, dove i bilanci non venivano presentati da anni: «Ora i calabresi protestano e su molte cose hanno ragione, ma devono chiedersi chi ha sfasciato la sanità, chi ha sprecato, chi ha rubato e fatto ingrassare la mafia».

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