- I senatori De Falco (gruppo misto) e Nocerino (M5S, membro della commissione diritti umani) hanno svolto un’ispezione nel Cpr milanese di via Corelli. Erano presenti quaranta “trattenuti”, in un clima di sospensione della vita e dei diritti.
- «Appena entrati - racconta il senatore De Falco a Domani - i militari di guardia ci hanno mostrato la sala controllo». La scena ha subito reso l’idea del luogo: «Le telecamere di sorveglianza mostravano un ragazzo che si stava ferendo il corpo».
- In tre ore di ispezione parlamentare «l’ambulanza per i casi gravi è entrata due volte», spiega il il senatore. Il Cpr di Milano è l’ultimo dei nuovi centri aperti, ha iniziato l’attività il 28 settembre 2020, ma da subito mostrato criticità, già segnalate nel rapporto del Garante.
Pareti grigie, poche suppellettili e un diffuso senso di abbandono. Potrebbe essere uno dei tanti centri di detenzione per migranti libici, dove perdi la libertà solo per il fatto di aver lasciato il tuo paese. Ma è via Corelli, cuore di Milano. Un Cpr, Centro di permanenza per rimpatri, la terra di nessuno dove finiscono gli stranieri destinati all’espulsione. Negli atti legislativi e burocratici non viene mai definito per quello che è, una prigione, ma “luogo di trattenimento” amministrativo.



