Le primule non sono salve. Il commissario all’emergenza, generale Francesco Paolo Figliuolo, ha firmato il decreto che annulla il bando dell’ex super commissario Domenico Arcuri per la posa dei padiglioni per il piano vaccinale, le “primule” ideate dall’architetto Stefano Boeri.

L’intento era quello di costruire 21 primule per un totale di 8,4 milioni di euro di spesa per l’infrastruttura, anche se l’ex commissario si riservava di ordinarne fino a 1.200. Una spesa che Figliuolo, nonostante il potere «evocativo» sponsorizzato da Arcuri, ha voluto evitare.

Una guerra

Invece dei fiori, la nuova gestione dell’emergenza non rifugge il lessico bellico. Il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, questa mattina ha detto: «Siamo in guerra, serve qualche norma di guerra come l’impiego delle farmacie. Qualche mese fa non sarebbe stata possibile la realizzazione di quello che partirà domani a Genova». Stamattina infatti è stato presentato il maxi hub vaccinale alla Fiera del mare voluto dal presidente Giovanni Toti, che il presidente stesso ha descritto sulla sua pagina Facebook: «44 box vaccinali, 1.300 metri quadri, Asl 3 e sanità privata che lavoreranno fianco a fianco per vaccinare circa 2 mila persone al giorno, tra cittadini ultravulnerabili e la fascia 70-79 anni».

Il governo però, non vuole che si facciano classifiche tra regioni: «A noi interessa che i vaccini si facciano – ha detto Curcio – Fateci vedere anche le criticità, così le intercettiamo per lavorare insieme e risolverle. Qui ognuno fa un pezzettino o altrimenti non ne usciamo. E i famosi 500mila vaccini al giorno li raggiungeremo se ognuno farà il suo pezzettino».

Figliuolo è ottimista: «Dopo quello che ho visto qua a Genova sono sicuro che l’Italia ce la farà. Tornerò dal presidente Draghi per dirgli che in Liguria ci siamo, con 5mila vaccini al giorno solo al nuovo hub arriveremo presto ai 13.500 in Liguria al giorno che ci siamo prefissati». Anche se ha ricordato che «a volte ci sono difficoltà oggettive a dare un calendario superiore alle due settimane anche perché tra la produzione e l’inoculazione ci sono 180 controlli. Se c’è uno stop tutto il lotto salta».

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