Solo due anni fa Giuseppe Conte era pronto a fare il concorso per la cattedra alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università la Sapienza. Quando era rettore Eugenio Gaudio, il commissario per la sanità della Calabria nominato il 16 ottobre che si è dimesso la mattina dopo.

A Palazzo Chigi, memori di come è andata per Saverio Cotticelli, l’ex generale dei carabinieri nominato nel 2018 dal governo Conte I, e per Giuseppe Zuccatelli, nominato sabato scorso e durato una settimana, nelle ore frenetiche che hanno preceduto la terza candidatura fallimentare, nessuno ha voluto confermare che la scelta del commissario fosse sua.

Quel che è certo è che il dossier lo ha seguito direttamente Conte, come ha detto il presidente facente funzioni Nino Spirlì rispondendo a Radio24. Spirlì era felicissimo di Gaudio, e i nomi possibili li ha discussi direttamente con il premier. Il giornalista gli ha chiesto se ne avesse parlato con il ministro della salute Roberto Speranza, ma lui ha replicato: «Avevo proposto un nome al presidente del consiglio Giuseppe Conte. Quello che mi ha soddisfatto è stata questa apertura del governo a scegliere un calabrese». Spirlì non ha detto la controproposta della Lega, ma ha ribadito come è andato il dialogo, quello che si sono detti «resta tra il presidente della regione e il presidente del consiglio».

Il concorso 

Nel 2018 Conte si stava preparando per fare un concorso a cattedra alla Sapienza, a cui si era iscritto a febbraio. Una volta divenuto premier non aveva rinunciato. Uno scoop dell’Espresso  in estate aveva rivelato l’intenzione di Conte, e già allora si leggeva che erano state avanzate ipotesi di conflitto di interessi. Senza contare che il posto che avrebbe voluto occupare il premier era quello del suo mentore e “coinquilino” di studio, Guido Alpa.

Il quotidiano Politico a settembre ha riportato la notizia, andando a chiedere spiegazioni all’ateneo.

La Sapienza all’epoca non aveva voluto replicare. La commissione esaminatrice, composta da Enrico Elio del Prato (La Sapienza), Stefano Delle Monache (Università di Padova) e Giusella Dolores Finocchiaro (Università di Bologna), non aveva reso pubbliche le valutazioni dei titoli. 

Rettore era Gaudio. All’epoca avrebbe avuto facoltà di rigettare la nomina in caso di irregolarità procedurali o avrebbe potuto chiedere alla giuria di rivalutare i candidati, ma non lo aveva fatto. Alle domande della giornalista si era rifiutato di commentare.

Inizialmente si rincorrevano voci sul fatto che Conte arebbe fatto un passo indietro. Ma Repubblica aveva scoperto che Conte aveva solo deciso di rinviare la prova di inglese che avrebbero svolto gli altri candidati.

Il presidente del Consiglio a quel punto aveva dato la sua versione con un video sulla sua pagina Facebook. «Non c’è formalmente alcun conflitto di interessi» e «mi piaceva partecipare a questo concorso come un semplice cittadino: ma io rinuncio, per dire la verità, per ragioni di personale sensibilità». La rinuncia definitiva è arrivata il giorno stesso della mancata prova di inglese.

Conte aveva negato che il bando concorso fosse fatto su misura per lui, ma sono continuate a emergere coincidenze. Il presidente della commissione esaminatrice, Elio del Parato, lo aveva indicato nel 2017 come presidente di un arbitrato milionario alla Camera arbitrale di Milano, nel quale lo stesso del Prato era arbitro di parte. 

Oggi il nome di Gaudio è ritornato vicino a quello di Conte, anche se per meno di ventiquattr’ore.

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