Gli ex parlamentari del Movimento 5 stelle stanno scegliendo in queste ore il loro candidato al Quirinale, che deve avere una caratteristica fondamentale: essere alternativo a Mario Draghi. L’idea è nata da una cinquantina di parlamentari in gran parte ex Movimento 5 stelle che hanno lasciato il partito o ne sono stati espulsi perché contrari a votare la fiducia al governo Draghi. Oggi sono in cerca di un candidato che sia in grado di sbarrare l’ascesa al Colle dell’ex banchiere centrale.

I nomi dei possibili presidenti tra cui i parlamentari stanno scegliendo sono: Giorgio Agamben, Alessandro Barbero, Lorenza Carlassarre, Fabiola Gianotti, Piercamillo Davigo, Nino Di Matteo, Anna Falcone, Nicola Gratteri, Paolo Maddalena, Ugo Mattei, Giorgio Parisi, Chiara Saraceno, Gustavo Zagrebelsky.

La votazione

Il voto è in corso da remoto e si chiuderà entro domani: la rosa tra cui indicare la propria preferenza è composta da tredici nomi, proposti dai parlamentari coinvolti. La formazione  più numerosa a partecipare è quella l’Alternativa c’è, un gruppo formato da 16 deputati e 4 senatori in gran parte fuori usciti dal Movimento 5 stelle. Alla votazione partecipano anche molti altri “ex”: l’invito è stato rivolto a tutti i parlamentari d’opposizione, a eccezione di Fratelli d’Italia, «che pure accetta l’idea di vedere Draghi al Quirinale», spiega uno dei parlamentari coinvolti nell’iniziativa.

Le intenzioni

In ogni caso, secondo gli eletti che hanno aderito, si trattava di esprimere un nome condiviso per soddisfare l’esigenza comune di proporre un’alternativa alla candidatura, ancora inespressa, di Draghi al Colle. L’altro aspetto che vogliono sottolineare è quello sull’indisponibilità del loro voto: nei retroscena i fuoriusciti dal Movimento sono i più citati per quanto riguarda l’interesse degli intermediari di Silvio Berlusconi. Tutto falso, secondo i parlamentari che stanno votando il loro nome. 

L’esito del voto sarà annunciato nella giornata di domani. Essendo il sistema di voto un metodo ponderato, non vincerà soltanto chi prenderà più voti degli altri, ma ci sarà una valutazione delle preferenze espresse da tutti. 

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