Una giornata di mobilitazione accompagnata da un video comunicato sulla falsariga di quello già utilizzato con grande efficacia dalla TgR durante la sua agitazione sindacale. I giornalisti di Rainews hanno scelto venerdì 15 per protestare contro la direzione della testata, responsabile secondo la redazione di non ascoltare le richieste dei cronisti e di limitare il pluralismo. 

Nel comunicato che accompagna l’agitazione si parla di «cattiva organizzazione del lavoro, redazioni sguarnite, ingerenze politiche nelle scelte della direzione e mancanza di pluralismo».

La direzione di Paolo Petrecca «non sta rispettando quanto scritto nel piano editoriale, e l'azienda non sostituisce i giornalisti in pensione o trasferiti ad altre testate. Se entrambi continueranno a rimanere sordi alle nostre richieste saremo costretti a intraprendere azioni di protesta per garantire a voi cittadini un'informazione imparziale, indipendente e plurale».

La replica

Petrecca a sua volta ha registrato una replica video in cui spiega che respinge «fermamente le accuse mosse», parlando di «tesi strumentali e offensive» del comitato di redazione. «Nessuno, dico nessuno può parlare di ingerenze politiche, di sudditanza politica per quanto riguarda questa direzione» continua Petrecca, che pure in passato è stato ospite e moderatore – contestato dal Cdr – di eventi organizzati da Fratelli d’Italia.

Il direttore sostiene poi che le richieste sindacali nascono «magari per legittime delusioni o per rivendicazioni non corrisposte» e ribadisce che le tre redazioni che dirige (all news, sito e televideo) rappresentano «un’eccellenza del servizio pubblico» mentre alle sue spalle si intravedono una collezione di monete decorata dal tricolore e due televisori, di cui uno sintonizzato sulla rete concorrente Skytg24.

«Questa direzione non arretrerà di un metro rispetto alle accuse infondate» chiude Petrecca – che deve aver salutato con piacere lo sbarco dell’ospite ricorrente di Rainews24 Edoardo Sylos Labini, direttore di Cultura e Identità, su Raitre con un nuovo programma di approfondimento su Mazzini, D’Annunzio, Marinetti e Guareschi – augurando «pace» ai telespettatori. 

La posizione di Usigrai

A controreplicare al video di Petrecca arriva in mattinata l’Usigrai, che sottolinea come il direttore muova «accuse gravissime alla rappresentanza di base della redazione nel tentativo di delegittimarla. Il direttore accusa, quindi, i componenti del Cdr - legittimamente eletti e nel pieno del loro mandato e della loro funzione di rappresentanza della redazione - di muoversi per interessi personali».

Usigrai smentisce anche che il Cdr sia in scadenza, come dice Petrecca: «I due anni di mandato termineranno a fine gennaio. Un altro tentativo di delegittimazione. Ci chiediamo se il vertice aziendale sia al corrente dei contenuti gravemente lesivi di questa risposta e se l'abbia autorizzata. Se così fosse si tratterebbe di un atto di sfregio a corrette relazioni sindacali».

Usigrai sottolinea anche come il direttore abbia registrato un video che dura più del doppio del comunicato della redazione: «A fronte di un videocomunicato sindacale di 53 secondi (gli accordi Rai - Usigrai prevedono un massimo di 60), si ritaglia oltre 2 minuti per gravi insinuazioni sul Cdr, nel tentativo di rivendicare la propria indipendenza, è la stessa persona che un anno fa dal palco della kermesse Atreju di Fratelli d'Italia parlava di "noi" e di "loro" ed è lo stesso che continua a trasmettere "Gli appunti di Giorgia", uno spazio senza alcuna intermediazione giornalistica nel quale vengono trasmessi i discorsi della Presidente del Consiglio».

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