In piazza sotto la sede di viale Mazzini per protestare contro l’accordo firmato da Usigrai e Unirai un folto gruppo di giornalisti dei programmi di day time e approfondimento che rischiano di rimanere svuotati dalle stabilizzazioni in direzione Tgr che ha concesso l’azienda
Una protesta contro l’accordo firmato da Usigrai e Unirai con la Rai per la stabilizzazione di 127 giornalisti attualmente impiegati nelle redazioni di approfondimenti e day time, da spostare nelle sedi della Tgr carenti di personale. Una firma messa in discussione dai giornalisti rimasti fuori perimetro o con un’anzianità non sufficiente da permettere di accedere alla stabilizzazione, ma anche da conduttori che si vedono sfilare dalle redazioni forza lavoro esperta e formata in settori specifici.
A rischio ci sono anche programmi come Report, Presa diretta, Mi manda RaiTre, Petrolio. Presenti alla manifestazione anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli e diversi parlamentari dem. Più tardi si è aggiunto anche il leader del M5s Giuseppe Conte, che ha voluto prendere la parola.
«Siamo qui per testimoniare la nostra concreta solidarietà, abbiamo bisogno del giornalismo d'inchiesta, soprattutto con questa maggioranza che sta occupando tutti gli interstizi con una lottizzazione sfrenata che francamente non viene ad anni» ha detto l’ex presidente del Consiglio.
Il Pd
Assente la segretaria del Pd Elly Schlein, che però manda un messaggio tramite il deputato Marco Furfaro: «Il giornalismo d'inchiesta è un elemento fondativo del servizio pubblico radiotelevisivo e noi abbiamo la responsabilità di tutelarlo. Questo governo intende il servizio pubblico come megafono della sua propaganda e tutto quello che non si allinea, disturba. Provano a cancellare, rimuovere, annacquare tutti gli spazi che non sono riusciti a riempire con l’occupazione militare del servizio pubblico. Se la prendono con professionisti di grande competenza se non sono considerati allineati» ha fatto sapere.
«Difendere il giornalismo d’inchiesta significa difendere la qualità e l’indipendenza dell’informazione pubblica. Giorgia Meloni sarà l’ultima premier a procedere alla lottizzazione della Rai con la logica della spartizione partitica – assicura Schlein – Noi abbiamo rifiutato questa logica perché vogliamo che si proceda subito alla riforma della governance che renda la Rai indipendente da governo, politica e partiti. Obiettivo condiviso con le altre forze di opposizione»
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