La Rai ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti di Serena Bortone dopo la vicenda Scurati. La conduttrice aveva denunciato che l’azienda aveva censurato l’intervento dello scrittore nella trasmissione Chesarà.

«I provvedimenti annunciati sulla vicenda Scurati sono dunque arrivati ma alla persona sbagliata. Il procedimento disciplinare aperto contro Serena Bortone è inaccettabile. Anche basta» ha detto il segretario Usigrai Daniele Macheda. 

In commissione Vigilanza durante l’audizione dei vertici aziendali, la governance ha denunciato i presunti attacchi che avrebbe ricevuto la Rai. «Chiediamo a tutti una collaborazione responsabile e costruttiva affinché non si smetta mai di sentire come nostro, prezioso e nazionale il patrimonio Rai, tutelandolo e rifuggendo sempre ogni azione distruttiva, autodistruttiva e denigratoria» ha detto il direttore generale Giampaolo Rossi. 

Sulla stessa linea d’onda l’amministratore delegato Roberto Sergio: «Consentiteci di evidenziare anche in questa prestigiosa sede, l'accanimento distruttivo di cui Rai è vittima. Un accanimento che cerca di contrapporre a fatti, dati, numeri, risultati concreti e verificabili delle fantasiose ricostruzioni quando non delle infamanti accuse che non solo danneggiano la reputazione e il valore della Rai».

«La Rai non solo non merita questo trattamento ma ha bisogno di essere protetta e difesa da fake news costruite ad arte per screditare e ottenere qualche titolo sui giornali» ha continuato.

Sergio ha poi illustrato alcuni passaggi del piano industriale approvato e delle future scelte editoriali. Temi toccati anche da Rossi, che attualmente è direttore generale corporate e non per l’offerta editoriale, ma è considerato probabile futuro ad in quanto fedelissimo di Giorgia Meloni e da sempre uomo di fiducia della premier in azienda. 

Sul merito del caso Scurati l’ad ha replicato che non ci sarebbe stata nessuna censura, visto che l’azienda non avrebbe mai impedito né la partecipazione dello scrittore né la lettura del monologo. Secondo Sergio, la direzione avrebbe autorizzato la partecipazione a titolo gratuito facendo leva sul fatto che ci fosse una graphic novel e una fiction in produzione. In fase di promozione gli ospiti intervengono infatti gratuitamente: per argomentare a proprio favore Sergio ha anche citato il caso di Carlo Cottarelli, che a contratto chiuso non sarebbe stato pagato perché in fase di promozione del proprio libro.

Per quanto riguarda il procedimento nei confronti della conduttrice, dovuta al suo post sui social pubblicato il sabato mattina, l’ad parla di una «contestazione, una richiesta di chiarimenti. Poi si potrà decidere se sarà necessario prendere iniziativa» nei confronti di Bortone, che avrebbe però prodotto con il suo post un «danno reputazionale» per l’azienda. 

Lo sciopero e Travolta

Sullo sciopero di lunedì scorso è intervenuto il dg. Per Rossi i toni utilizzati dalla stampa per parlarne sono stati «gravi e accesi» e si è usato un «linguaggio da anni settanta leggermente preoccupante». Non ci sarebbero stati comportamenti antisindacali, ma anzi il fatto di mandare in onda comunque i tg sarebbe stato una prova di «libertà e pluralismo». Rossi ha anche chiesto alla commissione, dopo aver replicato sul caso Bortone che le regole sulle prese di posizione pubbliche valgono per tutti i dipendenti, una dichiarazione di solidarietà nei confronti della giornalista del Tg1 Laura Chimenti che ha letto le edizioni andate in onda durante lo sciopero «oggetto di aggressioni e minacce di morte sui social». 

L’ad ha poi parlato del caso Travolta: la pubblicità nascosta aveva creato un grosso caso durante l’ultimo festival di Sanremo. Secondo Sergio nessuno avrebbe notato il logo del marchio promosso dall’attore sul palco, ma la scelta di indossare le scarpe comunque avrebbe infranto il contratto sottoscritto con la Rai. Il documento vieta pubblicità occulta: di conseguenza l’azienda avrebbe avviato un’azione civile per mancato rispetto del contratto e viale Mazzini avrebbe sospeso il pagamento del compenso. 

Sergio ha anche confermato che la Rai sta organizzando il «confronto tra i leader europei», tra cui il famoso duello tra Meloni ed Elly Schlein, in programma da mesi. 

Un nuovo caso Rainews

Intanto, mercoledì pomeriggio, il direttore di Rainews Paolo Petrecca ha scelto di mandare in onda il discorso ininterrotto di Meloni per 46 minuti. L’intervento è stato preceduto sì dalla sigla obbligatoria per le regole della par condicio, ma una rubrica già organizzata è stata annullata.

Anche gli ospiti, già invitati, hanno dovuto rinunciare al loro intervento. Il comitato di redazione ha denunciato l’accaduto: «Noi vediamo solo che è stato buttato nel cestino il lavoro quotidiano di un gruppo di persone. È saltata una rubrica quotidiana già preparata e tanti ospiti sono stati messi davanti al fatto compiuto.Una cosa è certa: le regole non consentono di calpestare la dignità di tanti bravi colleghi che operano nelle nostre redazioni».

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