Il salvataggio è arrivato martedì mattina. A poche ore dalla riunione dell’ultimo cda prima della pausa estiva, Paolo Petrecca è riuscito a guadagnare ancora tempo per prendere in mano il timone di Raisport, la rete che gli è stata affidata dopo la fine del suo difficile mandato a Rainews. Nel frattempo, il direttore in redazione si vede poco, nonostante siano giorni di grandi successi per gli atleti italiani, raccontano. Ha trovato però il tempo per passare al Bergafest di Reggio Calabria, dove la celebrazione del frutto simbolo del capoluogo è stata l’occasione per ritirare un premio, per «l’abilità nel racconto delle eccellenze italiane e internazionali e per la passione nel valorizzare territori e culture».

Effettivamente, Petrecca era assurto all’onore delle cronache per la sua scelta di privilegiare il Festival di Culturaidentità sulle elezioni legislative francesi a giugno 2024, quindi la valorizzazione dei territori è certificata sul campo. 

Nel fine settimana, mentre il direttore ritirava il premio, qualcuno aveva addirittura azzardato l’ipotesi che la governance, dopo due voti contrari della redazione sul piano editoriale, decidesse di prendere iniziativa nei confronti del direttore. Niente da fare, Giampaolo Rossi, suo principale sostenitore in azienda, non ha intenzione di mollare il suo protetto. Anche se significa sforzare all’indicibile la pazienza del partito di riferimento dei vertici del servizio pubblico.

Perché in Fratelli d’Italia il legame con Petrecca viene percepito come molto labile e lontano da via della Scrofa, che non l’ha neanche coinvolto nelle ultime feste di partito, a cui in passato partecipava di frequente, suscitando per altro l’ira del cdr di Rainews. Effettivamente, quello che resterà negli annali dell’azienda come il primo direttore meloniano in Rai (venne preferito a Nicola Rao nel 2021 per guidare la all news, dove era già vicedirettore, promosso su consiglio di Antonio Di Bella, allora direttore uscente) è un uomo di Rossi. 

Poche le affinità caratteriali tra Rossi e Petrecca, uno dal significativo soprannome “Bussola”, misterioso pensatore della narrazione della nazione, l’altro verace e pragmatico «semplicemente giornalista» la cui «ottusità felice sfugge ai salotti e risplende della genuinità della gente comune» (tutte citazioni da una lettera di replica in cui il direttore aveva protestato contro un Caffè di Massimo Gramellini).

Nemmeno sulla fede calcistica i due vanno d’accordo, l’ad cavaliere della Roma e il suo scudiero lazialissimo. Di militanza, a differenza di altri dirigenti meloniani, cresciuti a Colle Oppio e impegnati nella gioventù nera gomito a gomito con la presidente del Consiglio, nessuna traccia. Ma lui e Rossi in azienda si sono trovati dalla stessa parte quando con loro non ci voleva stare nessuno, e al momento giusto l’allora consigliere d’amministrazione ha piazzato la sua prima pedina. E ora, i camerati non si lasciano indietro. 

Le mosse

Di qui, la forzatura. Nonostante le due fiducie mancate, nonostante il malessere di una redazione tutt’altro che maldisposta verso una direzione di destra, Petrecca resta in sella. E non solo: con il benestare della governance, ha appena firmato un ordine di servizio che gli servirà a riorganizzare la redazione in vista della ripresa del campionato. 

Appena arrivato, infatti, il direttore ha scelto di allontanare dal suo ruolo il caporedattore centrale del calcio Alessandro Antinelli e il suo collega della redazione coordinamento Aurelio Capaldi. Cambi legittimi per un nuovo direttore, che però sono stati per qualche settimana senza rimpiazzo: a prendere il posto – cruciale per una rete dedicata allo sport – di Antinelli sarà ora il fedelissimo di Petrecca, il caporedattore Giulio Delfino, mentre resta da vedere chi sostituirà Capaldi e lo stesso Delfino. Per il momento sono stati aperti tre job posting da caporedattori. 

L’occasione

Risolta all’ultimo anche la spinosa questione della Domenica sportiva: Petrecca per la coconduzione del programma principe del canale al fianco di Simona Rolandi ha chiesto Paolo Maggioni da Rainews. Anche in questo caso il trasferimento è rimasto in dubbio per diverso tempo, facendo allarmare la redazione, ma all’ultima curva il direttore ha avuto la benedizione dei piani alti.

E pazienza se, secondo quanto recita il comunicato dell’assemblea di redazione, Petrecca «ha promesso spazi, promozioni e programmi senza visione d’insieme e intesa con l’azienda in termini di palinsesto, pianta organica e budget». Per la redazione, il tentativo di rimpasto promosso dal direttore è «figlio di un rimpasto che ha obbedito come logica solo alla fedeltà a Paolo Petrecca e non al merito, ritenuto dal direttore non sufficiente per lavorare con lui».

La data cerchiata in rosso ora è il 24 agosto. Dopo l’autoboicottaggio di Unirai – il comitato di redazione di Raisport che ha preso l’iniziativa appartiene per intero al sindacato di Francesco Palese – che dopo la proclamazione dello sciopero ha annunciato di volersi dissociare, gli occhi di tutti sono puntati sulla prima domenica di campionato. Una giornata in cui si concentrano anche i mondiali di volley e di ginnastica. Le griglie dei turni sono già pronte, ma Petrecca e i suoi starebbero cercando un modo per sostituire i colleghi che incroceranno le braccia, in modo da assicurare alla governance una copertura impeccabile.

Certo, se la giornata dovesse fallire, «avoja ad avere le spalle coperte da Rossi», è la battuta che rimbalza tra via Asiago e Saxa Rubra. Tradotto, dopo il disamoramento progressivo di colleghi, consiglieri d’amministrazione e partito, le pressioni rischiano di far capitolare anche l’alleato più fedele di Petrecca, Giampaolo Rossi. 

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