«Quei 209 miliardi sono per il nostro Paese la sfida della vita, sarebbe doloroso non arrivare fino in fondo. Riusciremo a dare la svolta, con l'Europa abbiamo studiato un percorso a scorrimento veloce del Recovery. Stiamo facendo tantissimo, nonostante il clima di confusione che ogni tanto si alza». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in un'intervista al Corriere della Sera in cui ha annunciato il piano del governo per il Recovery Fund.

«Stiamo lavorando per impedire che il destino del Paese sia appeso alle sorti dei singoli. Non possiamo rincorrere le ambizioni di qualcuno che spera in ruoli più importanti», chiarisce in merito a un eventuale rimpasto.

Con il leader del Pd Nicola Zingaretti non ci sono tensioni sul Recovery plan. «Lo sento tutti i giorni e non è vero che non sia d'accordo sulla cabina di regia a tre. Ne avevamo parlato, c'è perfetta coincidenza», ha spiegato Conte.

E sul piano del governo per il Recovery Fund sarà coinvolto tutto il Parlamento. «Ci sarà un grande confronto pubblico e coinvolgeremo tutto il Parlamento. Stiamo anche pensando a un comitato di garanzia, che coordini l'attuazione dei progetti e verifichi che le cose stiano andando bene», ha aggiunto, specificando che la nuova task force dovrebbe essere composta da dieci personalità «di altissimo livello» che sarebbe bello, «se fosse nominata dal Colle».

La tecno-struttura immaginata dal Governo vedrà «persone con forti competenze e capacità di coordinamento. Dobbiamo coinvolgere il meglio del Paese, individuando cinquanta nomi per ognuno dei sei team. Non per assegnare centinaia di incarichi, ma per selezionare esperti in grado di seguire passo dopo passo la realizzazione dei lavori». La tecnostruttura inoltre, «avrà poteri sostitutivi. Se un progetto ritarda o rischia di essere realizzato male, subentrano i tecnici e commissariano l'opera».

Il premier ha poi aggiunto: «I progetti del Recovery richiedono rapidità di esecuzione. Non c'è nessun ritardo, siamo in dirittura finale. La Ue con la presidente Ursula von der Leyen ha messo su una struttura con la quale giorno per giorno ci confrontiamo. Il prossimo passaggio richiederà il coraggio di selezionare i progetti migliori e quando arriveremo alla fine saranno già stati esaminati».

Conte ha poi confermato che il ministro Enzo Amendola sarà invitato alla cabina di regia come «referente dei progetti a Bruxelles».

Sul Mes infine ha concluso: «Non ci serve, l'Italia non ne ha bisogno».

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