«Se si arrivasse a una rottura» sulla task force esterna per il Recovery fund voluta da Giuseppe Conte ma contestata da Italia viva «io e Teresa Bellanova daremmo le dimissioni». Lo ha detto la ministra delle pari opportunità e della famiglia, Elena Bonetti, rispondendo a Radio Capital. Bonetti ha aggiunto: «Sarei pronta a dimettermi nel momento in cui non avessi più possibilità di mantenere il giuramento che ho fatto come ministra».

Prosegue così l’aggressione di Italia viva ai tentativi di palazzo Chigi di portare avanti la sua cabina di regia, di cui farebbero parte anche il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, quello dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e, come raccordo con l’Europa, il ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola.

La posta in gioco continua a essere il governo. La prima a portare avanti l’attacco nei giorni scorsi è stata Bellanova, ministra dell’Agricoltura e capodelegazione del suo partito, criticando tutto, dal maschilismo dell’operazione fino ai profili di incostituzionalità.

Il presidente della commissione Finanze, Luigi Marattin, sempre di Italia viva, ha detto cosa ha in mente il partito di Renzi: «Noi abbiamo proposto un’unità di missione. Funzionano bene, ne avevamo una per il dissesto idrogeologico e una per l’edilizia scolastica. Poi il governo Conte 1 ha smantellato tutto. Ne abbiamo proposta una». Per loro «c’è differenza tra un’unità di missione che sta nella filiera della Pubblica amministrazione e invece fare una struttura che si sostituisce a governo e Parlamento senza concorsi e senza la corte dei conti».

Mes e Recovery fund

In attesa di capire fino a che punto verrà tirata la corda, il presidente del consiglio sta intervenendo in parlamento, prima alla Camera e poi al Senato. Il tema caldo avrebbe dovuto essere il meccanismo europeo salva stati, dopo l’apertura del Movimento 5 stelle a una soluzione di mediazione adesso il problema insomma non è più quello. Dopo le ministre e Marattin, anche il leader di Italia viva, Matteo Renzi, si prepara a dire la sua. Oggi interverrà al Senato prima che vengano votate le risoluzioni sulle comunicazioni di Conte.  

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