Si è svolta oggi 7 giugno l'udienza di discussione sul nuovo ricorso presentato da alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle capitanati da Lorenzo Borrè sull'approvazione del nuovo statuto che ha portato alla conferma dell'elezione di Giuseppe Conte a presidente. Il giudice potrebbe dunque decidere se sospendere, in via cautelare, l'efficacia delle deliberazioni impugnate.

Durante l’udienza di oggi dopo una discussione di circa due ore ha trattenuto la causa in decisione. C’è attesa per capire quando verrà depositata l’ordinanza che deciderà il destino del presidente del Movimento.

Il ricorso riguarda nello specifico le votazioni del 10 e 11 e del 27 e 28 marzo scorsi, in cui gli iscritti al Movimento sono stati chiamati a votare prima per riconfermare «la proposta di modifica dello Statuto e contestuale revoca della deliberazione assembleare del 17 febbraio 2021» e l’approvazione dello statuto del Movimento 5 Stelle nella versione approvata il 2-3 agosto 2021, aggiornato con le modifiche richieste dalla commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e controllo dei rendiconti dei partiti politici ai fini dell’iscrizione del Movimento 5 Stelle, poi il presidente. Votazioni cruciali, perché hanno portato non solo alla riconferma di Conte, ma anche alla trasformazione del Movimento in partito per accedere al 2 per mille.

Il precedente ricorso

Davanti al Tribunale di Napoli è pendente anche il precedente ricorso contro le analoghe deliberazioni del 2021, il cui accoglimento in via cautelare aveva portato alla sospensione di statuto e leader, inducendo i cinque stelle alla nuova votazione che è stata allo stesso modo impugnata. Anche su questo vecchio contenzioso la decisione è slittata e «i giudici dovrebbero esprimersi nel merito non prima di ottobre», ha spiegato a LaPresse l'avvocato degli attivisti, Lorenzo Borrè.

A febbraio il Tribunale aveva sospeso le due delibere che risalgono rispettivamente al 3 e al 5 agosto 2021 con cui il M5S ha modificato il suo statuto e «incoronato» Giuseppe Conte come presidente dei pentastellati e congelato la sua nomina. Per i ricorrenti, sempre assistiti da Borrè, era stata illegittima l’esclusione degli iscritti da meno di sei mesi. I provvedimenti sono stati sospesi in via cautelare per la sussistenza di «gravi vizi nel processo decisionale», in primis appunto l’esclusione dalla votazione di oltre un terzo degli iscritti e il conseguente mancato raggiungimento del quorum.

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