Restano sospesi lo statuto del M5S e la nomina di Giuseppe Conte a presidente del Movimento. È quanto ha stabilito il Tribunale di Napoli, rigettando l’istanza volta a ottenere la revoca dell’ordinanza emessa il 3 febbraio scorso dallo stesso Tribunale, che aveva sospeso le delibere votate dagli iscritti ad agosto aventi ad oggetto proprio la modificazione dello statuto e la nomina del nuovo presidente. Adesso è stata fissata al 5 aprile prossimo l’udienza di merito sul ricorso contro le modifiche dello statuto, e quindi anche contro l’elezione del suo presidente Giuseppe Conte.

Il ricorso

Lo scorso 7 febbraio, il Tribunale Civile di Napoli presieduto da Gian Piero Scoppa in sede di reclamo, ha disposto la sospensione dell'efficacia delle votazioni con cui nell'agosto 2021 è  stato modificato lo statuto del Movimento, votazioni che poi hanno portato Conte alla presidenza, carica prevista dallo stesso statuto.

A presentare il ricorso sono stati tre militanti, in rappresentanza di centinaia di iscritti, che pagarono le spese legali attraverso una raccolta fondi e rappresentati dal legale Lorenzo Borrè, iscritto al Movimento da marzo 2021.

L’avvocato Borrè ha contestato come «illegittima l'esclusione di 81.839 iscritti» con meno di sei mesi di anzianità che a inizio agosto non hanno potuto votare la consultazione. Alla fine hanno partecipato 60.940 persone (approvando il testo con l'87 per cennto dei consensi), un numero inferiore a quello che sarebbe stato il quorum della metà più uno dei 195.387 complessivamente iscritti, contando anche quelli con meno di sei mesi.

Il due per mille

Mentre il tribunale ha congelato il ricorso di Conte, si approssima la nuova votazione. Il prossimo 10 e 11 marzo gli iscritti al Movimento sono stati chiamati a votare nuovamente per riconfermare «la proposta di modifica dello Statuto e contestuale revoca della deliberazione assembleare del 17 febbraio 2021» e l’approvazione dello Statuto del Movimento 5 Stelle nella versione approvata il 2/3 agosto 2021, aggiornato con le modifiche richieste dalla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e controllo dei rendiconti dei partiti politici ai fini dell’iscrizione del Movimento 5 Stelle nel registro per accedere ai finanziamenti del 2 per mille. Fino alla sera dell’8 marzo è possibile presentare le osservazioni.

Le contestazioni di Borrè

Per Borrè «nessuno dei tre soggetti che ha indetto le votazioni assembleari degli iscritti pentastellati», ovvero Giuseppe Conte, Vito Crimi e Paola Taverna, «ha attualmente i poteri statutari per farlo», per lui è «come il Titanic, ma consapevole».

Non solo, l’avvocato si prepara a chiedere chiarimenti nel merito delle proposte. Per Borrè «Il nuovo statuto del M5s non è compatibile con le linee guida della Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici», e a pochi giorni dalla votazione sullo statuto ha «fatto richiesta di chiarimenti alla Commissione, in modo da poter fare osservazioni in sede assembleare».

Per poter essere iscritti al registro dei partiti e accedere ai benefici del 2 per mille, lo statuto deve dare a tutti gli iscritti la possibilità di accedere alle cariche apicali, compresa la presidenza, ha spiegato Borrè all'Ansa. Gli articoli 17 e 25 prevedono la cooptazione del presidente da parte del garante: «Manca il criterio della parità di accesso alle cariche e questo confligge con le linee guida della Commissione del 2018».

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