Sulla riforma del regolamento il parlamento continua a restare ancora in stallo. Non è infatti prevista a stretto giro una convocazione delle due giunte del regolamento per procedere con l’analisi delle proposte per adeguare il lavoro parlamentare al parlamento della prossima legislatura, che potrà contare su un numero di parlamentari molto più basso. 

Proposte di legge

Oggi sono però state approvate in Commissione affari costituzionali due proposte di legge, una costituzionale a prima fila del capogruppo Leu Federico Fornaro e l’altra con primo firmatario Simone Baldelli di Forza Italia che cambieranno il lavoro delle Camere rimodulandolo sul numero di deputati e senatori che rimangono dopo l’approvazione del taglio dei parlamentari. 

La prima cambia la base elettorale del Senato, facendola passare da regionale a circoscrizionale. La seconda, invece, mette mano al numero di componenti delle commissioni bicamerali.

Le più nutrite, come la Commissione di vigilanza Rai, passeranno da quaranta membri a trenta: la riduzione varrà anche per quella dedicata agli Affari regionali, a quella per l’infanzia e l’adolescenza, a quella per la semplificazione, a quella per l’attuazione del federalismo fiscale.

Il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen passerà da venti a sedici componenti, la Commissione per il controllo degli enti gestori della previdenza sociale da diciotto a quattordici e quella di vigilanza sull’anagrafe tributaria da undici a otto. 

Sembrano cambiamenti marginali, ma soprattutto i senatori saranno in difficoltà a organizzare il lavoro, secondo un parlamentare che preferisce restare anonimo. 

La riforma dei regolamenti

Non ci sono invece novità per quanto riguarda il lavoro delle due giunte per il regolamento. Alla Camera, i due relatori Emanuele Fiano (Pd) e Simone Baldelli (Fi) hanno chiuso la bozza: ora il testo va discusso, ma non c’è ancora in programma una convocazione, che però fonti parlamentari prevedono possa arrivare verosimilmente entro fine aprile.

L’ultima occasione di confronto era stato un incontro di qualche settimana fa tra i relatori di Montecitorio Fiano e Baldelli e quelli di palazzo Madama, Vincenzo Santangelo (M5s) e Roberto Calderoli (Lega), che si sono confrontati su tutti i dossier da inserire nelle riforme: taglio delle commissioni, ridimensionamento dei poteri del gruppo misto e lotta al trasformismo. 

In questo periodo si discute soprattutto del numero delle commissioni che ci saranno nel nuovo parlamento: il Senato è orientato a portarle da quattordici a dieci, considerato il numero ridotto di senatori, 200, che resteranno dalla prossima legislatura.

Alla Camera non si vorrebbe arrivare a una riduzione così incisiva, ma andare per conto proprio vorrebbe dire sfalsare il sistema rispetto a palazzo Madama.

Anche dalla Camera alta spiegano che hanno sollecitato la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, che da presidente della giunta deve gestire le convocazioni, ma anche in questo caso non c’è in calendario nessun appuntamento. 

I pacchetti di norme in discussione in realtà raccolgono tutti i desiderata dei partiti e quindi non dovrebbero avere grosse difficoltà nel percorso d’approvazione: «Entro l’autunno dovremmo portarla a casa», dice un membro della giunta della Camera. Certo, con queste tempistiche non resterà tempo per aggiustamenti di fino. 

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