Venerdì si è tenuta in Vaticano l’udienza, la penultima della fase istruttoria, del processo al cardinale Giovanni Angelo Becciu per la compravendita di un immobile a Londra e l’utilizzo dei fondi della Segreteria di Stato. Dopo un’ora di camera di consiglio, il tribunale ha stabilito che la difesa non potrà disporre per intero dei messaggi inviati, via chat, da Genoveffa Ciferri, amica del testimone chiave del processo, monsignor Alberto Perlasca, ad Alessandro Diddi, il promotore di giustizia.
Becciu si è detto amareggiato dalla decisione del tribunale che, non concedendo alla difesa il materiale necessario per il caso, le impedirebbe di svolgere in modo adeguato il suo lavoro. Gli avvocati del cardinale avevano, infatti, chiesto visione dei 126 messaggi, di cui solo sei risultano disponibili, mentre gli altri continuano a essere coperti da “omissis”. 

ll processo del 2021

«Si è chiesto di far chiarezza su questa vicenda, sulla vicenda di questi tre signori: mons. Perlasca, la signora Chaouqui e la signora Ciferri; hanno detto loro stessi di aver tramato contro di me. È una trama che hanno fatto», ha affermato il cardinale. Secondo Becciu, i tre sarebbero arrivati a strumentalizzare il papa, pur di portare avanti un piano di vendetta contro di lui. Il caso rientra nelle inchieste, iniziate nel 2019, sulla Segreteria di Stato vaticana a Londra, per sospette operazioni finanziarie, tra cui l’acquisto, nel 2014, di un immobile di lusso (300 milioni di sterline), quando Becciu era sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede. La prossima udienza è fissata per il 13 giugno e chiuderà la fase istruttoria con l’ascolto di eventuali ultimi testimoni, se presenti.

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