Niente nomi, niente documenti, è ripreso oggi il tavolo di Montecitorio: un esercizio di forze che dovrebbe vedere oggi il suo esito. Il termine era stato fissato alle 13, poi alle 15, infine alle 16, anche se ancora non è chiaro che tipo di accordo potrà venire fuori. Allo stato attuale, fanno sapere da Montecitorio, il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’incarico esplorativo per sondare la maggioranza entro oggi, non ha chiesto proroghe. Alle 13.30 è partita la pausa, durerà un’ora, in contemporanea con l'assemblea di Italia viva. Il lavori al tavolo dovrebbero prolungarsi perciò fino alle 16, con uno slittamento di tre ore rispetto alla prima deadline.

Durante l’assembela Matteo Renzi avrebbe detto: «Gli alleati non trattano su niente. Non c'è nessun passo avanti sui temi. Noi siamo sempre per accordo ma al momento non c’è Su Mes e prescrizione siamo allo zero assoluto».

A quel punto è intervenuto Andrea Orlando, il vice segretario del Pd su Twitter: «Renzi dice che su giustizia “siamo allo zero assoluto”.

Probabilmente sono stato invitato a un’altra riunione.. Apertura su riforma penitenziaria, modifica prescrizione, intercettazioni… Non sprechiamo questa possibilità!».

Giustizia, scuola e ambiente

Al tavolo di questa mattina uno dei punti all’ordine del giorno infatti è stato la giustizia. Orlando ha proposto un "lodo" sulla prescrizione su cui c'è stata una apertura da parte del M5s, mentre da parte di Iv non è stata sciolta la riserva. Orlando ha proposto che la maggioranza si impegni a portare avanti il ddl sulla riforma del processo penale, che accorcia i tempi dei processi, e che se entro sei mesi non viene approvato allora si metterebbe mano alla prescrizione. Italia viva però da subito ha fatto emergere che «non condivide il lodo Orlando: non c'è nessun accordo sulla prescrizione e sul processo penale». E a quanto risulta a Domani, i renziani non sono ancora disposti a cedere.

Al contrario si è trovata la convergenza sulla scuola e l’ambiente. «Sui temi della sostenibilità ambientale con la mozione approvata in Senato, e sui temi della scuola con l’esigenza di un rilancio prioritario degli investimenti, si è registrata una significativa convergenza dei gruppi parlamentari presenti al tavolo con il presidente Fico» hanno riferito fonti Pd.

Una giornata complicata

Il capogruppo del Pd, Andrea Marcucci, ha detto all’ingresso questa mattina che ieri è stata «una giornata complicata, un confronto serrato su tante questioni però mi sembra di non aver trovato quanto poi ho letto sui giornali, cioè grandi litigi e grandi scontri. In realtà mi sembra che ci sia uno spirito costruttivo, vediamo come va a finire». Oltre ai temi, si è cominciato a discutere di nomi di possibili ministri, mentre ancora il sì di Italia viva sulla conferma di Giuseppe Conte non è arrivato. Tutte questioni che però si starebbero affrontando fuori dalle mura di Montecitorio. Il senatore dem ha raccontato infatti che al maxi tavolo di maggioranza convocato da Fico non si è discusso di ministri: «Non ci è stato chiesto, stiamo lavorando sui contenuti». Le posizioni sono differenziate: «Certamente ci sono posizioni differenziate, sulla giustizia come sul Mes, però un conto è che le posizioni di partenza siano differenziate, un conto è che sia impossibile trovare un accordo. Io sono tra quelli che pensa sia possibile trovare un accordo», ha spiegato Marcucci.

Intanto continua la questione “Mes e Meb”. Italia viva spinge per l’utilizzo del Mes sanitario, un punto su cui il capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, ha detto di non essere disposto a trattare. A questo si aggiunge che più di un restroscena parla di un braccio di ferro per vedere entrare nell’esecutivo Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia viva alla Camera. Lei stessa, citando un suo tweet di 20 giorni fa però smentisce: «Anche oggi polemiche su di me. Italia Viva ha chiesto al governo di prendere il Mes, non di prendere Meb. Come al solito i 5stelle non leggono fino in fondo. O non capiscono. Servono soldi per la sanità, non poltrone per noi».

A questo punto, l’ex sottosegretario Ivan Scalfarotto (Iv) ha detto la sua ad Agorà, su Rai 3: «Non sono così sicuro che sia certo un Conte ter, stiamo ancora discutendo», e ha aggiunto: «Io dico 50 per cento di probabilità di governo politico e 50 per cento di governo istituzionale».

Questione di tempo

«Ovviamente spetta al presidente Fico decidere, ma io non credo che ulteriore tempo possa essere utile» ha detto il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio, che sta prendendo parte ai lavori. «Se alla fine di questa mattina le posizioni si saranno riavvicinate, avremo già fatto un servizio al paese». Per Federico Fornaro (LeU) se non si arriva a una sintesi entro tempi brevi si avvicinano le urne: «Se nella giornata di oggi non si mette in condizione il presidente Fico di andare al Quirinale a riferire che ci sono le condizioni per andare avanti a costituire un governo fondato sulla maggioranza che sosteneva Conte, le elezioni anticipate si avvicinerebbero a grande velocità».

La mattinata si è aperta con un piccolo slittamento: «Abbiamo chiesto al presidente Fico di prorogare fino alle 15 i lavori al tavolo, invece che interrompere alle 13» aveva detto la capogruppo al Senato per Liberi e Uguali, Loredana De Petris. Poi la pausa, e la previsione di chiudere ancora un’ora dopo.

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