Otto articoli per arrivare a 9 euro lordi all’ora, il salario minimo in Italia. Oggi, 4 luglio, è stata depositata alla Camera la proposta di legge firmata dai leader di opposizione (tranne Matteo Renzi di Italia viva), M5s, Pd, Azione, Alleanza Verdi-Sinistra, e Più Europa. Un testo breve che potrebbe cambiare il lavoro in Italia e che sarà occasione di dibattito in parlamento ma non solo.

La relazione illustrativa che lo accompagna ricorda che in Italia, per quanto attiene ai lavoratori subordinati, l’Inps individua 2.596.201 lavoratori «sotto soglia», se si considera un salario minimo tabellare (con importo minimo pari a 8 euro all'ora), e 2.840.893 lavoratori, se si includono nella nozione di salario minimo anche le mensilità aggiuntive (e il salario minimo viene fissato a 9 euro).

Il testo riguarda tutti i tipi di lavoro, incluso quello intellettuale. Non viene fissato un minimo ma si parla anche del lavoro domestico, a cui bisognerà pensare entro un arco temporale prestabilito.

L’ultimo articolo impone l’entrata in vigore della legge il 15 novembre 2024, di pari passo con l’obbligo di recepimento della direttiva Ue sul salario. Ecco tutti i dettagli e il testo in fase di revisione presso gli uffici della Camera.

I contratti e il “Tem”

Il “Trattamento economico minimo”, come viene definito il nuovo salario, tutela in primo luogo l’applicazione generalizzata dei contratti collettivi nazionali. L’articolo 1, spiega la relazione illustrativa, infatti vuole rappresentare un’ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali.

La soglia opererebbe solo sulle clausole relative ai «minimi», lasciando al contratto collettivo la regolazione delle altre voci retributive. Il testo garantisce che potranno restare validi i contratti scaduti o disdettati.

Ai lavoratori che prestano la propria attività lavorativa in forza di un contratto di agenzia o di rappresentanza commerciale o di un contratto di collaborazione che si concreti in una prestazione di opera coordinata e continuativa, prevalentemente personale, a carattere non subordinato, o effettuino prestazioni d’opera intellettuale o manuale, il committente è tenuto a corrispondere un compenso proporzionato al risultato ottenuto, avuto riguardo al tempo normalmente necessario per conseguirlo.

Il trattamento economico minimo dovuto per il lavoro domestico sarà stabilito con decreto legislativo da emanarsi entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge.

La Commissione

Conformemente a quanto previsto anche nella direttiva europea, il testo istituisce una Commissione tripartita, composta da un lato da un rappresentante del ministero del Lavoro, uno per Inps, uno per l’Istat e uno per l’Ispettorato nazionale del lavoro, più le parti sociali comparativamente più rappresentative (datori di lavoro e sindacati in egual misura).

Il ministero del Lavoro, che dovrà istituirla con un decreto si occuperà di fissare il numero esatto delle componenti relative alle parti sociali. La commissione avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario ma anche di monitorare la situazione

L’articolo 6 introduce un’apposita procedura giudiziale, chi sgarra, se il giudice del Lavoro, assunte sommarie informazioni, rileva la violazione, può imporre al datore di lavoro con decreto immediato ed esecutivo di pagare tutto con gli arretrati.

L’articolo successivo rinvia alla legge di Bilancio 2024 (quindi quella che viene chiusa nel 2023) la definizione di un beneficio per le imprese per il passaggio di salario, che sia definito nel tempo e decrescente.

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