Tutta l’opposizione o quasi si è unita per la prima volta, battaglia comune il salario minimo a 9 euro lordi all’ora. Ieri è stato annunciato un nuovo disegno di legge che sarà depositato alla Camera all’inizio della settimana prossima, primo firmatario Giuseppe Conte (Movimento Cinque Stelle), a seguire Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), Matteo Richetti (Azione), Elly Schlein (Partito democratico), Angelo Bonelli (Europa Verde) e Riccardo Magi (+Europa). Il leader di Azione Carlo Calenda, anche se non firma (è al Senato), ci sta, mentre l’altra testa del Terzo Polo, Matteo Renzi ha deciso di no.

È nata l’«alternativa alle destre», ha festeggiato Marco Sarracino del Pd, «opposizioni unite», ha commentato Magi. «Tentativi primordiali», chiosa con più realismo uno dei leader a microfoni spenti. Tra di loro in alcuni casi nemmeno si parlano, però un punto d’accordo l’hanno trovato: il lavoro.

La mossa prelude inevitabilmente alla competizione per le Europee. Adesso bisognerà capire se farà male a livello elettorale a Giorgia Meloni: «A noi non interessa fare male a nessuno – risponde Maria Cecilia Guerra, tra i dem più attivi sul dossier - vogliamo portare a casa la nostra posizione, e la maggioranza adesso dovrà spiegarci perché non la vuole».

Dal Pd ricordano inoltre che il partito di Meloni è quello che ha lanciato il decreto Primo maggio che ha fatto sollevare i sindacati, e della ministra Daniela Santanchè, al momento sotto i riflettori per il trattamento dei suoi dipendenti.

I ruoli

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Mentre Schlein cresce nelle tessere e nei sondaggi, Conte ha preteso di essere il primo della lista: «Questa battaglia - è questa la novità - non la combatteremo più da soli» e «nei prossimi giorni depositeremo alla Camera una proposta di legge unitaria che porterà la mia prima firma», ha riferito in una nota. Anche se il “patto della limonata” in vista delle elezioni in Molise non ha portato alla riscossa dei giallorossi, dalla partecipazione alla manifestazione pentastellata #BastaVitePrecarie di Schlein, fino al fugace incontro alla manifestazione dei sindacati per la sanità, i due leader di Movimento e Pd vogliono portare la relazione a un altro livello in parlamento.

Schlein non sgomita, dicono dal Nazareno, ma «a lei interessa unire le lotte. Non si intesta le cose, fa operazioni politiche». Attraverso la trama multipartitica tessuta da Guerra (lei si schermisce: «Sono solo una delle voci in campo»), con l’operato di Francesco Silvestri e Nunzia Catalfo per il Movimento 5 stelle, Richetti di Azione, Franco Mari e Tino Magni per Alleanza Verdi-Sinistra italiana il disegno di legge c’è.

Al momento in commissione Lavoro alla Camera ogni partito ha il suo: «Chiederemo l’abbinamento insieme agli altri testi e che questo diventi il testo base», dice Guerra. Il provvedimento è calendarizzato a luglio: «Non è detto che ce la facciamo per allora, ma sicuramente arriveremo in aula».

Italia Viva ha ricordato di aver presentato alle elezioni un testo diverso da quello «che è stato proposto dal CampoLargo», proporrà modifiche ma non avalla l’operazione. Calenda ha replicato: «A chi cita il “campo largo” in relazione al salario minimo ricordo che l’unico campo largo che ha mai visto la luce è stato quello di Pd, M5S, Italia Viva, LeU a sostegno del Governo Conte 2, da cui Azione si è tenuta alla larga».

A quanto risulta a Domani Bonelli non interagisce con Calenda, e Calenda non ha scambi con Conte. «I tempi non sono maturi per una coalizione», conclude Guerra. Nel partito sanno bene che alle europee il voto è proporzionale. Ma sui temi c’è ottimismo. «Le prossime battaglie su cui fare un lavoro comune potrebbero essere la sanità e il no all’autonomia differenziata», spiega Sarracino.

Il testo

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Nelle ultime bozze, oltre a fissare la soglia minima, il ddl stabilisce che non si può scendere comunque in presenza di un contratto collettivo nazionale migliorativo. Inoltre, dalla prestazione d’opera intellettuale a quella manuale, il compenso non può essere inferiore a quello stabilito dai contratti più rappresentativi a livello nazionale per mansioni comparabili. Il testo prevede inoltre che gli importi vengano incrementati annualmente sulla base delle variazioni dell'indice dei prezzi al consumo. Se ne occuperà una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e sindacati (tolta l’ipotesi iniziale di coinvolgere il Cnel, un ente che non raccoglie le simpatie di tutti).

Il testo prevede un’agevolazione temporanea per le imprese, un accompagnamento all’adeguamento al salario minimo dei contratti sotto la nuova soglia. Per un periodo limitato di tempo. Sull’accordo dell’opposizione pesa anche la futura posizione dei sindacati (a favore tranne la Cisl) e di Confindustria, che non si è detta contraria in assoluto.

In occasione della chiusura del patto, la segretaria del Pd, riferiscono i suoi colleghi di partito, ha sentito Maurizio Landini della Cgil, Luigi Sbarra della Cisl, Pierpaolo Bombardieri della Uil, e Carlo Bonomi di Confindustria.

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