Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è mosso: sono partite oggi le consultazioni politiche dei partiti di maggioranza per arrivare ad approvare una legge di bilancio condivisa. Il 29 novembre alle 17 scade il termine di presentazione degli emendamenti, il budget per le modifiche è di 600 milioni di euro a cui si aggiungono gli 8 miliardi per il taglio delle tasse di cui ancora non è stato definita nel dettaglio la destinazione.

Presto bisognerà decidere quali proposte mandare avanti e quali no, visto che la legge dovrà essere approvata entro il 31 dicembre. L’iter è partito al Senato, e non ci sarà il tempo per cambiare ulteriormente il testo alla Camera: si gioca tutto a palazzo Madama.

Il Reddito di cittadinanza

La Lega ha lanciato la sua proposta da qualche giorno: spostare una parte dei fondi per il reddito di cittadinanza per coprire il rincaro delle bollette spinto dall’aumento dei prezzi del gas. I primi ad essere ricevuti a Palazzo Chigi però sono stati pentastellati, e nel loro incontro con Draghi hanno cercato di tenere fronte all’attacco alla loro misura. Il capodelegazione Stefano Patuanelli all’uscita ha tenuto una breve conferenza stampa: «È giusto prevedere più controlli» sul Rdc, ha ammesso, ma «è anche giusto dire che questa è stata una misura che dal punto di vista sociale». E la replica a Salvini: «A quelle forze politiche che pensano di ritoccarlo ulteriormente diciamo compattamente un forte no». Ha quindi riferito che Draghi avrebbe risposto che gli elementi portati avanti dal Movimento sono di sicuro interesse.

Il calendario

Al tavolo di Draghi siedono i ministri dell’Economia Daniele Franco e dei Rapporti con il parlamento Federico D’Incà. I partiti convocati saranno ascoltati secondo ordine di peso. Dopo i Cinque stelle, il gruppo più numeroso al Senato, toccherà martedì a Lega, Forza Italia e Partito democratico; mercoledì 1 dicembre gruppo per le Autonomie, Coraggio Italia, Italia viva e Liberi e uguali.

Gli incontri però non riguarderanno solo i politici: sempre lunedì 29 il ministro dell’Economia Franco ha incontrato i sindacati al ministero.

Stando a quanto riporta il quotidiano economico di Confindustria, Il Sole 24 Ore, Draghi, che cerca la concordia soprattutto sull’anticipo del taglio delle tasse in manovra, è pronto a presentare direttamente un emendamento del Governo.

Reddito, superbonus e bollette

La legge ha ben tre relatori. Vasco Errani (Misto, Liberi e Uguali-Ecosolidali) Daniele Pesco (M5S) e Erica Rivolta (L-SP-PSd'Az). Il movimento 5 stelle cerca di spuntarla sul Superbonus al 110 per cento sulle ristrutturazioni edilizie. Il presidente Giuseppe Conte ha scritto già settimane fa su Facebook che proveranno ad ampliare la platea. «Non ci fermiamo certo qui: siamo pronti ad ampliare la platea con le modifiche in Parlamento. Vediamo chi ci segue tra quelli che parlano di crescita e sviluppo».

Il leader della Lega Matteo Salvini ha convocato una conferenza stampa per presentare le proposte di modifica. Attualmente la legge di bilancio prevede un fondo da 2 miliardi per il taglio della spesa in bolletta: «Non bastano perché non si vede una riduzione nel costo dell’energia. Quindi tutti i risparmi sulle altre voci devono essere messi su questo tema per abbattere, e penso al miliardo in più sul reddito di cittadinanza. Lavoreremo per destinare in maniera più utile questi soldi».

Sfruttando l’occasione, ha aggiunto anche la sua apertura sull’energia nucleare e al metano, che aveva già anticipato: «L’Italia ha il gas, e speriamo che la follia pseudo ambientalista non metta in discussione anche questo». Per la ricerca sul nucleare l’ha posta in termini di «sovranità energetica, come i francesi, è l’unica via».

Silvio Berlusconi domenica sera ha tenuto una riunione di Forza Italia. Il fedelissimo Sestino Giacomoni ha ribadito le loro intenzioni all’uscita: «Sulla legge di bilancio Forza Italia ha le idee chiare e chiederà al presidente Draghi di rafforzare il sostegno alle piccole e medie imprese tagliando l'Irap per almeno 3 miliardi».

Per Berlusconi l'Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, è un’«imposta rapina». Con una insolita convergenza con il Movimento 5 stelle, Fi punterà anche a una proroga del bonus al 110 per cento: «Senza limiti di reddito». Infine chiederà il differimento delle cartelle esattoriali e degli altri adempimenti fiscali al 2022.

I dem finora hanno mantenuto un basso profilo. L’ipotesi è quella di intervenire sul cuneo fiscale, dunque sulle imposte che gravano sugli stipendi, in modo che vengano avvantaggiati per prima cosa i lavoratori. Il 30 novembre presenteranno le loro proposte a Draghi e in una conferenza stampa.

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