La disparità dietro il disegno della Superlega delle squadre di calcio più grandi finanziate dalla banca statunitense JP Morgan, ha portato politici di tutt’Europa a reagire, anche quelli italiani, rigorosamente tifosi di calcio. Alla fine è arrivato anche il commento del presidente del consiglio Mario Draghi, il governo segue e sostiene  «valori meritocratici» e la «funzione sociale dello sport»: «Il governo segue con attenzione il dibattito intorno progetto della Superlega calcio e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport» si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Celebre la rivelazione dell’edicolante a Un giorno da Pecora della fede giallorossa del premier. La Roma sarebbe una delle grandi escluse.

Le reazioni politiche

Indignato come il premier Boris Johnson e il presidente francese Emmanuel Macron, Enrico Letta, segretario del Pd, ha twittato per primo in italiano e in inglese: «L’idea di una #SuperLega per i più ricchi club europei di calcio? Sbagliata e decisamente intempestiva. In Europa il modello Nba non può funzionare. Nel calcio e nello sport la forza sta nella diffusione, non nella concentrazione. E nelle belle storie tipo Atalanta, Ajax, Leicester». Un’opinione espressa nonostante sia milanista e la sua squadra del cuore farebbe parte dei match dell’élite.

La Super League infatti includerebbe dodici club europei: Arsenal, Chelsea, Manchester City, Manchester United, Tottenham, Inter, Juventus, Milan, Athletic Madrid, Barcellona e Real Madrid. Dunque per l’Italia Inter, Milan e Juventus. Le partite doverebbero avere inizio nel 2022. JP Morgan ha confermato a Reuters di essere pronta a investire: si partirà con 3,5 miliardi di euro.

Dalla stessa parte di Letta, il politico all’opposto in campo politico, Matteo Salvini. Il leghista è stato espressamente interpellato dai giornalisti questa mattina e ha sfoggiato un pensiero in linea con l’esponente di centrosinistra: «Da tifoso milanista, dovrei essere contento che la mia squadra possa partecipare ad una Superlega europea, incassando un sacco di soldi, a prescindere da merito, impegno e risultati». Il suo ragionamento dunque si basa su altro: «Da sportivo e da italiano, dico che il denaro non è tutto, e i milioni non sono sufficienti per azzerare simboli, storia, merito, cuore e passione».

Il giudizio di Salvini è netto al pari di quello di Letta: «Il calcio e lo sport sono di tutti, non di pochi privilegiati. Mi piacciono le vittorie conquistate con il sudore sul campo, non quelle comprate coi milioni in Borsa».

La reazione più forte per ora è quella di Nicola Fratoianni, il segretario di Sinistra Italiana, che da interista ha comunque detto no al progetto. Questa mattina ha annunciato che presenterà un’interrogazione all’indirizzo del governo: «Questa vicenda della Super Lega di un manipolo di squadre di calcio è inquietante ed è il riflesso del mondo in cui viviamo. E racconta molto bene cosa intendiamo quando parliamo di disuguaglianza».
Le aziende «che si occupano anche di calcio, con le pance gonfie di debiti, che in una situazione di normalità sarebbero fallite, decidono in autonomia di cambiare le regole del gioco e di distruggere lo spirito sportivo che da decine di anni appassiona milioni di persone, pur di inseguire guadagni facili».  Allo stesso modo «Non accettano la competizione con le squadre più piccole, non tollerano di suddividere i guadagni con le cosiddette “provinciali”. Ma fanno male i conti». Lui ha fiducia che il disegno non andrà in porto.

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, finora non si è espresso, nonostante sia un ardente tifoso della Fiorentina: «La Fiorentina è una squadra che ti tatua l’anima, ed è tatuata nell’anima» si legge riportato sul sito "fiorentina.it, il sito dei tifosi viola”. La sua squadra sarebbe tra le escluse, ma finora sul campionato finanziato dalla banca statunitense, il senatore di Rignano sull’Arno non ha trovato da ridire.

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