Non si ferma un attimo, Matteo Salvini. Nemmeno lui probabilmente ricorda più quando ha deciso che la campagna elettorale per le europee doveva cominciare. Certo è che ha bruciato tutti in partenza sulla linea del via.

Se la premier Giorgia Meloni predilige gli aerei per scorrazzare nei cinque continenti tessendo le sue relazioni su scala internazionale, il ministro delle Infrastrutture è un infaticabile pendolare, su e giù per la penisola con macchine, treni e aerei. Tra feste, fiere e nastri da tagliare, Salvini ha già macinato quasi 10 mila kilometri, solo da inizio settembre.

A consultare il suo calendario c’è da farsi venire il mal d’auto: il mese di ripresa dei lavori del governo è stato tutto un su e giù, est e poi ovest, con puntate a Roma una volta in settimana e mai per più di 72 ore per un totale di circa 10 giorni nella Capitale. Tutti a ridosso dei consigli dei ministri o dei question time in parlamento e sempre con l’obiettivo riuscito di inserire in agenda qualche evento pubblico collaterale, meglio se all’aperto e in mezzo alla gente.

Del resto, che il suo ufficio tra le quattro mura di via Nomentana gli fosse poco congegnale è stato chiaro sin da subito.

Come ogni abile organizzatore di viaggi, tuttavia, Salvini sa sempre trovare il giusto compromesso tra lo svago e la campagna politica, sovrapponendoli e cercando di incastrare il più possibile eventi pubblici a cui far partecipare anche la compagna Francesca Verdini.

Al lido

Il mese di settembre, infatti, è iniziato sul red carpet di Venezia, dove ha sfilato abbracciato a Francesca, con baci in favore di fotografi. Due giorni tra i comfort della Laguna, a cui è seguita una trasferta a Monza, ad accarezzare il cofano rosso della Ferrari nei box del Cavallino.

Pazienza che in quegli stessi giorni si fosse consumata la tragedia sul lavoro di Brandizzo, nel torinese, dove sono morti 5 operai sui binari del treno. Il ministro dei trasporti avrebbe forse dovuto pensare a fare un salto anche lì, tra uno spostamento e l’altro, ma il calendario evidentemente era già troppo fitto di impegni. «Voglio sapere cosa è successo», ha tuonato in smoking e papillon a margine di una conferenza stampa al Lido, e tanto ci si è dovuti far bastare. Ad andare a Brandizzo, invece, è stato il capo dello Stato Sergio Mattarella che era in visita nella vicina Torino, e accanto ai binari ha posato una corona di fiori.

Dopo la due giorni tra lustrini e paillettes, Salvini è tornato a indossare i panni del ministro e ha inserito un intervento al forum Ambrosetti di Cernobbio, approfittando dell’assenza della premier e avversaria almeno da impensierire alle Europee. Meloni, infatti, ha dribblato il grigio consesso di economisti e si è diretta al gran premio di Monza, dove Salvini l’ha raggiunta ma tenendola a debita distanza.

Nella splendida cornice del lago di Como, il leader leghista ha però seminato una delle pillole del suo programma: «In 10 anni conto che la prima produzione derivante dal nucleare potrà essere inaugurata da questo governo», ha detto sognante, magari immaginando però se stesso a palazzo Chigi.

Anche se a Salvini, da buon lombardo, Roma è sempre stata stretta, nella seconda settimana di settembre una capatina nella capitale è stata necessaria, per partecipare al primo consiglio dei ministri. Una discesa proficua, però, perchè è stata per il leghista occasione di partecipare ad un evento del quotidiano Il Tempo, un collegamento con Dritto e Rovescio, la trasmissione «dell’amico Paolo del Debbio» come lui stesso lo definisce sui social, e infine una puntata a Formello. Qui è stata l’occasione di un bagno di folla per la sesta edizione di Itaca, la kermesse della cittadina, dal cui palco è ritornato a battere su uno dei tasti più dolenti per il governo Meloni: la necessità di «alzare le pensioni» come priorità della prossima finanziaria.

Nel suo peregrinare, Salvini preferisce nettamente l’accoglienza del nord ma sa che, nel suo progetto di Lega nazionale anche il meridione non può essere trascurato.

Così via, la fine della settimana dopo il primo cdm in cui ha tenuto banco la raccomandazione di Meloni sulla spending review ministeriale in vista della legge di bilancio è stata a Bari, alla Fiera del Levante. Il fiore all’occhiello della Puglia è anche un crocevia di incontri e Salvini non si è fatto scappare l’occasione di inaugurarla, tra strette di mano ai vari stand e un rapido intervento dal palco. Con l’occasione c’è stata anche una capatina a Silvi Marina, ridente località balneare in provincia di Teramo, a regalare qualche selfie agli attivisti presenti alla festa locale della Lega e scambiare due chiacchiere con il fedele sottosegretario Luigi D’Eramo, che presidia per la Lega il ministero dell’Agricoltura di Francesco Lollobrigida.

Le provinciali

Il nord, però, rimane il vero cruccio del segretario leghista: da strappare all’onda meloniana conservando ogni centimetro di terreno. Così, il 10 settembre la giornata del ministro è stata tutta dedicata al Trentino, che il 22 ottobre voterà per le elezioni provinciali. Qui la Lega è riuscita a strappare una seconda corsa per il governatore uscente, Maurizio Fugatti, ma solo dopo un estenuante braccio di ferro con Fratelli d’Italia e l’imposizione di un ticket con Francesca Gerosa, che in caso di vittoria ha già ipotecato il posto da vicepresidente della provincia.

Salvini non ha lesinato sforzi perchè si tratta di un territorio in bilico dove il centrosinistra sta lentamente cercando di rialzare la testa e c’è il rischio della competizione interna, visto che l’ex senatore leghista Sergio Divina – cui era stata fatta annusare l’ipotesi di candidatura – ha scelto di correre comunque con quattro liste a sostegno. Quindi via: prima Trento, poi Riva del Garda e infine Molina di Ledro, con il prossimo passaggio trentino già fissato nell’agenda ai primi giorni di ottobre. Poi di nuovo in macchina, per spostarsi a Brugherio dove è in corso un’altra festa locale del partito e infine a Milano, all’ennesimo evento latamente connesso al tema dei trasporti, che ogni tanto fanno capolino come tema nella fittissima agenda del Capitano.

Il processo

Dopo qualche giorno obbligato a Roma, anche il processo Open Arms in cui Salvini è imputato in Sicilia è occasione buona per un tour isolano. Prima a Caltanissetta alla canonica festa della Lega, poi a Palermo dove si è aperto con la prima udienza il processo, al suo fianco l’avvocata e presidente leghista della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno. Un’occasione da non farsi scappare per ritornare sul tema dei migranti ma anche per un colpo di teatro: «Citeremo come testimone Richard Gere», che però nei giorni successivi ha fatto sapere di essere impegnato sul set di un film e dunque ha chiesto il rinvio della sua testimonianza.

I giorni successivi – siamo a metà settembre – sono quelli del mega raduno di festa a Pontida, dove Salvini ha accolto l’amica francese Marine le Pen disturbando i piani di Meloni che negli stessi giorni stringeva la mano di Emmanuel Macron cercando di recuperare l’asse francese. Qui, tra una salamella e un sorso di vino rosso, torna a fare capolino anche Francesca Verdini, anche lei inseguita per i selfie. Le tappe successive sono serratissime: prima nella Capitale per il cdm e il convegno sulle “Buone leggi” della collega Elisabetta Casellati, poi Genova al salone nautico. C’è spazio anche per un salto rapido a Barcellona per il consiglio informale dei ministri dei Trasporti dell'Ue e una foto opportunity a bordo del nuovo Frecciarossa 1000, ma Salvini giramondo si ferma meno di 24 ore, essendo atteso a Rimini all’EXPO Aid. Senza contare la trasferta straniera, siamo già a quasi 8000 kilometri e settembre non è ancora finito, ma l’ultima settimana è tutta dedicata all’amata Lombardia, tra Milano e Monza per stringere la mano al vecchio amico Adriano Galliani, che corre alle suppletive per conquistare il seggio che fu di Silvio Berlusconi.

Proprio alla memoria del Cavaliere, cui è stato intitolato il belvedere del Pirellone nel giorno del suo compleanno, Salvini non fa mancare la presenza, che è anche l’occasione di uno scambio a quattrocchi con il fratello Paolo, che negli ultimi giorni si è molto espresso sul futuro di Forza Italia. Con l’ultima tappa del mese, a Macerata, Salvini la trottola sfiora così i 10 mila kilometri, adottando il mantra di ogni ciclista: prima di ogni sfida importante, vanno messi abbastanza kilmetri nelle gambe. A questo ritmo il ministro – che della sua delega certamente preferisce i trasporti rispetto alle infrastrutture - arriverà alle europee ben allenato.

 

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