La segretaria ospite alla due giorni del giornale parla di manovra, del referendum – che non farà perdere di vista al Pd la propria agenda – delle prospettive del campo largo: «Dopo le regionali mettiamoci a scrivere insieme il programmi»
«Chi è più colpito dalla precarietà sono le donne. Quando tagli welfare, scuola, i finanziamenti dei servizi per persone con disabilità, accade che il carico di cura si concentra sulle famiglie, e dentro le famiglie, sulle spalle delle donne» dice Elly Schlein dialogando con il direttore Emiliano Fittipaldi al Domani delle Donne, il nostro festival in programma giovedì e venerdì 6 e 7 novembre. Ma oltre alla condizione delle donne, la segretaria parla della controproposta delle opposizioni alla manovra, della tassa sui milionari di Zohran Mamdani e delle prospettive per la campagna referendaria.
La condizione delle donne
«Giorgia Meloni non guarda mai dentro quei dati sull’occupazione che cosa c’è, è aumentata quella degli over 50, ma quelle che stanno peggio sono le donne. Il 32,5 per cento delle donne che lavorano è part time, mentre lo è solo l’8 per cento degli uomini» continua la segretaria dem.
Schlein continua a parlare della situazione delle donne smontando la manovra di Giorgia Meloni. Servono gli asili nido, spiega la segretaria: «La Banca d’Italia diceva che se aumentasse l’occupazione femminile, ci sarebbe un effetto positivo sul Pil». Insomma, «non ce ne facciamo granché di una premier donna se non si batte per migliorare la situazione di tutte le altre donne del paese, a partire dal diritto di scegliere cosa fare del proprio corpo».
Le proposte
Ma dove trovare le risorse per finanziare nuove iniziative a sostegno delle donne? «Nessuno sta dicendo che le risorse sono infinite, ma stanno utilizzando male perfino quelle che ci sono». Se fosse per il centrosinistra, «approveremmo subito una legge sul salario minimo», dice Schlein, che promette un rafforzamento della capacità di trattativa collettiva. «Chi fa la spesa oggi è più povero anche con lo stesso stipendio di prima» continua la segretaria, promettendo un intervento sul potere d’acquisto. Che vorrebbe anche 5,5 miliardi di euro in più per assumere personale medico, per tagliare il 10 per cento della popolazione del paese che rinuncia a curarsi. Anche smentendo il dato fornito da Meloni, che celebra i soldi stanziati per la sanità: la spesa sanitaria – non in numeri assoluti – è calata.
«Se la destra non ci ascolterà, è perché vuole esattamente una sanità a misura del portafoglio delle persone» spiega Schlein, tornando ad attaccare il modello di sanità privata che non dispiace alla maggioranza in carica (e «ai senatori che si ritrovano seduti nei banchi» della destra).
E poi, la politica industriale: «Il costo della bolletta», che viene pagata dalle aziende, ma ha anche effetti indiretti sul potere d’acquisto dei dipendenti delle aziende. «Questa è una manovra d’austerità», dice ancora Schlein. La segretaria passa poi in rassegna l’aumento della spesa militare: «Avremmo dovuto fare come la Spagna e dire “no”». E i riformisti? «Sull’obiettivo del 5 per cento siamo uniti e compatti» replica la segretaria, che pure raccomanda l’investimento su una difesa comune europea. «Quello che si sta facendo oggi è un’altra cosa, è il riarmo di 27 singoli paesi europei».
Ma c’è anche l’effetto dazi di cui tenere conto, e l’opzione di percorrere strade più radicali, come la tassazione dei ricchi proposta dal neosindaco di New York Zohran Mamdani. «Abbiamo proposto una tassazione degli extraprofitti, non soltanto delle banche, ma anche delle società energetiche e della difesa» spiega Schlein, che dice di essere a favore di una tassazione a livello europeo sulle persone che hanno milioni a disposizione».
«Questo governo dà 30 euro in più l’anno a chi guadagna 30mila euro» dice la segretaria. «Un intervento fatto così aiuta soprattutto l’85 per cento degli stipendi più alti. E poi hanno cancellato totalmente Opzione donna e oggi dopo aver criticato Elsa Fornero spostano avanti l’età pensionabile».
Casa e manovra
Schlein si scaglia anche contro la nuova norma che accelererà gli sfratti, scaricando sulle spalle dei sindaci la ricollocazione di chi non avrà più una casa. La segretaria accusa il governo: «Per loro la povertà è una colpa individuale, per noi è un problema sociale». E ancora, gli affitti brevi: «Ci batteremo contro la speculazione» consegnando più potere ai sindaci e non criminalizzando i ceti medi che affittano.
Sul futuro del campo largo, il mio lavoro di tutti i giorni è «cercare l’unità», ma «non contro Meloni, ma per le cose che vogliamo fare insieme per l’Italia» spiega la segretaria, rilanciando le misure comuni presentate dalle opposizioni unite. «Stiamo studiando un congedo paritario, perché così sosteniamo davvero l’occupazione femminile» dice Schlein.
Ma il lavoro in vista delle politiche deve ancora cominciare. «Dal giorno dopo le regionali mettiamoci al lavoro su un programma elettorale, nel paese con il paese» spiega la segretaria, convinta che «così questa destra si può battere, ma non ci riusciremo rincorrendola».
Rischio referendum
«Mettere donne contro le altre donne è un atteggiamento tipico delle società patriarcali» dice Schlein parlando della presunta ostilità tra la segretaria e la sindaca di Genova Silvia Salis. Per quanto riguarda il referendum, la segretaria lancia la battaglia. «Se si pensa che anche chi governa debba rispettare la legge e la Costituzione, allora si voterà contro questa riforma» dice Schlein elencando tutti i casi in cui i giudici hanno smontato i provvedimenti del governo di destra.
«Noi saremo impegnati in questo referendum come i nostri parlamentari sono stati compatti a contrastare la riforma in tutti e quattro i passaggi parlamentari» spiega ancora, promettendo di non perdere di vista anche il resto dell’agenda del Pd. La riforma, Schlein non la vuole neanche in vista di un possibile governo di centrosinistra: «Non voglio che mi serva».
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