- Ci sono voluti trent'anni per non avere neanche una verità giudiziaria, per non sapere niente di niente su chi ha deviato le indagini sull'uccisione di Paolo Borsellino.
- E ora, a una settimana esatta dalla commemorazione dell'attentato di via Mariano D'Amelio, è arrivata una sentenza di assoluzione per uomini dello stato che - questa era l'accusa - avevano trasformato un balordo di borgata in un boss mafioso.
- Una sentenza che fa uscire i tre poliziotti da un gorgo e fa ripiombare ancora tanto buio su ciò che è accaduto dopo quel luglio del 1992.
Ci sono voluti trent’anni per non avere neanche una verità giudiziaria, per non sapere niente di niente su chi ha deviato le indagini sull’uccisione di Paolo Borsellino. Trent’anni di manovre oblique, falsi pentiti, di imbeccate mirate, testimoni zittiti, prove manipolate. E ora, a una settimana esatta dalla commemorazione dell’attentato di via Mariano D’Amelio, è arrivata una sentenza di assoluzione per uomini dello stato che – questa era l’accusa – avevano trasformato un balordo di borgata



