Si comincia con la promozione della cultura di destra e si finisce per parlare di quante donne siano state a letto con Vittorio Sgarbi. Una curiosità che Morgan, nel ruolo di intervistatore, voleva soddisfare a tutti i costi nel giorno dell’inaugurazione dell’estate al Maxxi, adeguandosi al crescendo di volgarità e luoghi comuni misogini che hanno finito per riempire la serata. I dipendenti del museo che si sono lamentati con il neo-presidente Alessandro Giuli, con una lettera che protestava contro i toni usati dal critico.

Interpellato sul caso, Vittorio Sgarbi dice: «Ammetto tutto. Ma ho solo preso spunto da L’aria di Leporello di Lorenzo da Ponte. Allora censuriamo anche lui e Mozart?». Il musicista, cioè, per il quale Lorenzo da Ponte realizzò il libretto del Don Giovanni.

«Vogliamo vietare anche Dieci ragazze per me di Lucio Battisti?». E ancora, dice Sgarbi: «Non dimentichiamo poi che ci sono anche le ninfomani. È consentito a un maschio essere ninfomane?».

Inaugurazione al Maxxi

È necessario un passo indietro per inquadrare la vicenda. Lo scenario dei fatti è quello del cortile d'ingresso del Maxxi, il giorno 21 giugno, apertura dell’estate del museo. C’è un video che immortala l’evento promosso da Giuli, voluto al vertice del museo romano dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Per cercare la partenza con il botto, il neo-presidente ha chiamato sul palco due personaggi scoppiettanti: il musicista Morgan e il sottosegretario alla Cultura Sgarbi, che non ha perso l’occasione di abbandonarsi al solito turpiloquio condito da sessismo. Un must che in un paese normale avrebbe stroncato la carriera di chiunque, ma che la destra ha sempre promosso a maitre a penser dei conservatori liberali, e premiato con onori e poltrone assortite.

In un primo momento si è limitato a criticare il Maxxi come struttura, nonostante l’evento si stesse svolgendo proprio là. Un fatto che è stato già accolto con disappunto da chi, ogni giorno, cerca di promuovere l'attività del museo. Ma pazienza.

Il clou è avvenuto dopo i tre quarti d’ora di incontro. Sgarbi ha iniziato a parlare del pene come strumento di esplorazione. «Sta citando Moravia», si è sentito in obbligo di spiegare Giuli, forse intuendo l’antifona e dove si stava andando a parare, visto che Sgarbi aveva già fatto riferimento a un ragionamento dello scrittore francese Michel Houellebecq: «Dice che c’è un momento della vita in cui noi conosciamo un solo organo, il cazzo».

Davanti all’escalation testosteronica, Morgan ha avvertito l’impellenza di porre la domanda: «Hai letto più libri o fatto l’amore con più donne?». E dando per scontata la risposta, ha rilanciato: «Qual è il tuo record?». Le donne come una collezione da esporre. Al sottosegretario non è parso vero l’assist: «Io non ho un contatore all’uccello».

C’è stata qualche risata, c’è stato chi ha iniziato a lasciare la platea, per la piega presa dalla serata. Lo spettacolo da cabaret è andato avanti: «Quindi non lo so, però posso risponderle con il mio amico Califano: ma tre al mese me li vuoi dare? Sono proprio una media piccola piccola». Dopo la singolare formula matematica, Sgarbi ha aggiunto: «Gli osservatori dell’Osce, nel momento in cui ero attivo, valutavano anche 9 al mese. Quindi venne fuori 1.500, che era una quota minima di servizio».  Adesso la senatrice del Pd Simona Malpezzi accusa: «Parole stereotipate e sessiste che offendono le donne e le istituzioni culturali del Paese, proprio in uno dei centri di cultura più importanti».

Inevitabili gli strascichi di un appuntamento scaduto in un discorso da cicchetto al bar: 43 dipendenti, per lo più donne, hanno scritto allora al presidente Giuli.

La lettera

«Con riferimento alla serata inaugurale dell’Estate al Maxxi, con rammarico sentiamo di rappresentarle il nostro dispiacere per i contenuti degli interventi del sottosegretario prof. Vittorio Sgarbi che in nessun modo collimano con i valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro lavoro all’interno di questa istituzione, luogo di cultura libera, inclusiva e critica nei confronti di pregiudizi e luoghi comuni», si legge nella lettera. Da qui l’appello per una presa di posizione: «Siamo certi che la governance saprà individuare le modalità più idonee per esprimere il proprio dissenso e per il futuro evitare di esporre l’istituzione tutta a simili gravi intemperanze».

Domani ha provato a chiedere la versione dei fatti al presidente del Maxxi, che non ha risposto né alle telefonate né ai messaggi. Dopo qualche ora, però, i dipendenti hanno mandato alle agenzie una nota ufficiale, in cui difendono il presidente, esprimendo «la propria solidarietà per la strumentalizzazione mediatica e politica di una lettera riservata e personale in cui si esprimeva una riflessione collettiva. Alla lettera è seguita con immediatezza la risposta del presidente, con l’invito a un incontro importante e significativo». Sgarbi, invece, va per la sua strada: «Continuerò a usare espressioni come puttana, perché sono una categoria merceologica a cui appartengono anche gli uomini». Sipario.

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