L’Assemblea regionale siciliana fa mancare la maggioranza a Renato Schifani il giorno del giuramento. Alla prima prova d'Aula per la votazione dei due nuovi vicepresidenti, battono le agenzie nel pomeriggio del 16 novembre, la maggioranza di centrodestra va sotto e si ferma a quota 32. Per capire, il pentastellato Nuccio Di Paola ha incassato invece 35 preferenze (cinque in più rispetto ai voti della minoranza) su 68 votanti.

L’azzurra Luisa Lantieri, è stata comunque eletta, ma le 32 preferenze certificano che le cose vanno male, e Schifani ha deicso di tendere la mano a Cateno De Luca, l’ex sindaco di Messina che con i suoi movimento è entrato all’Ars e in parlamento. 

Nella votazione nessun astenuto e una sola scheda nulla. Di Paola, candidato dell'opposizione, ottiene così la poltrona di vice presidente vicario.

La sdoppiatura

L’ex presidente del Senato berlusconiano apprezzato da Totò Riina, come ha raccontato Repubblica, ci ha messo 52 giorni ad arrivare a una giunta, e l’operazione è finita con una vittima: Forza Italia. il partito si è "sdoppiato”. A Sala d'Ercole sono addirittura nati due gruppi: Forza Italia 1, guidato da Stefano Pellegrino e vicino al governatore Renato Schifani, e Forza Italia 2, presieduto dal commissario del partito in Sicilia, Gianfranco Miccichè.

Il calcolo di oggi rispecchia questa situazione. Due miccichiani non votanti, Nicola D'Agostino, Tommaso Calderone, riporta il sito “Buttanissima Sicilia”, e il presunto voto in dissenso di Micciché e di Michele Mancuso. A questi si aggiunge un ammanco di altri quattro: franchi tiratori.

E così Schifani prova a trovare supporto in De Luca e ai suoi due colleghi eletti con lui: «Prima di parlare di "grande delusione" e di "giunta al ribasso" ritengo che il mio governo vada giustamente messo alla prova senza pregiudizi. Personalmente svolgerò un attento e rigoroso ruolo di coordinamento e di stimolo nei confronti della mia squadra di governo che gode della mia fiducia». L’invito è esplicito: «Con l'onorevole Cateno De Luca avremo modo di incontrarci e di confrontarci fattivamente sui problemi della Sicilia. Attendiamo prima di giudicare».

I due gruppi

Non è possibile che coesistano due gruppi con lo stesso nome, e nelle prossime ore bisognerà trovare una soluzione. Del primo gruppo fanno parte, oltre a Pellegrino e al presidente della Regione Renato Schifani, gli assessori all'Economia, Marco Falcone, e alle Attività produttive, Edy Tamajo, Riccardo Gallo Afflitto, Margherita La Rocca Ruvolo, Gaspare Vitrano, Luisa Lantieri e Riccardo Gennuso.

Del secondo, oltre allo stesso Miccichè, Nicola D'Agostino, Tommaso Calderone e Michele Mancuso. «Non possono coesistere due gruppi parlamentari con la medesima denominazione - ha detto il presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno -. Questa presidenza invita i due gruppi parlamentari a fare definitivamente chiarezza con la massima tempestività». L'invito è a trovare una soluzione con «rapporti bonari tra le parti, ovvero nelle appropriate sedi e comunque al di fuori delle competenze spettanti a questa presidenza».

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