Giuseppe Conte non smette di cavalcare la questione delle spese militari, nonostante l’apertura del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro della Difesa Lorenzo Guerini che propongono di ampliare il traguardo per il raggiungimento dell’investimento del 2 per cento del Pil in spese militari al 2028. Dopo la diretta, l’ex premier si è recato a colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Questo obiettivo del 2024 due terzi dei paesi nato non rispettano questo termine, perché dovremmo farlo noi? Dire che non possiamo concentrare ingenti risorse nelle spese militari è una misura di buonsenso» ha detto Conte in una diretta Instagram. «Oggi ci viene detto “nessuno ha mai detto che dovevamo riporre così ingenti risorse nelle spese militari”, quindi s’è scherzato?»

La polemica sulle spese militari

Conte prende posizione rispetto alle parole pronunciate da Draghi in conferenza stampa presso la stampa estera, dove il premier ha litigato lo scontro sulle spese militari con poche parole. Il presidente del Consiglio aveva spiegato che la maggioranza sarebbe solida.

L’accordo per il raggiungimento del traguardo dell’investimento del 2 per cento del Pil in spese militari si è trovato, secondo Draghi, su «quel che ha proposto e deciso Guerini, che ha proposto che la data (di raggiungimento dell’obiettivo Nato, ndr) sia il 2028. Poi è uscito un comunicato che quella era proprio la richiesta di coloro che volevano ridurre le spese».

Le iniziative per il paese

Secondo Conte, il termine ultimo per il raggiungimento del traguardo Nato va discusso all’interno della maggioranza, «come chiedevamo, con tutte le forze politiche». Contestualmente l’ex premier chiede che Draghi faccia di più per imprese e famiglie: «I cittadini sono già in difficoltà. Aspettiamo il Documento di economia e finanza, cercheremo di capire che programmi economico-finanziari il Mef voglia presentare per ovviare a queste gravi difficoltà che il paese sta attraversando». Il capo del M5s vorrebbe discutere anche di «che proporzione c’è tra le risorse destinate alle necessità dei cittadini e quelle destinate alle spese militari».

Secondo il presidente dei Cinque stelle, il presidente del Consiglio non starebbe coinvolgendo adeguatamente il Movimento nelle scelte di allocazione delle risorse: «Con Draghi ho avuto un lungo colloquio ma non ho avuto risposte sulle misure economiche e finanziarie. Spero che il governo le anticipi per tempo». 

Alleanze a rischio

Conte non risparmia critiche agli alleati di maggioranza e campo largo: «L'alleanza con il Pd va avanti da tempo, abbiamo lavorato insieme e sperimentato un pacchetto importante di riforme. È chiaro, però, che pretendo rispetto e pari dignità. Non posso accettare accuse di irresponsabilità. Non funziona così: non siamo la succursale di un'altra forza politica, non siamo succedanei di qualcuno».

Rispondendo alle domande degli utenti collegati, l’ex premier è tornato anche sulla messa a terra del Pnrr. «Sta andando a rilento e siamo preoccupatissimi» ha detto. Accanto alla battaglia contro le spese militari il capo del Movimento ha insistito anche per portare avanti il progetto del Movimento 5 stelle sul salario minimo, che «giace al Senato e vedremo se le altre forze politiche si dimostreranno sollecite sul salario minimo come lo sono sulle spese militari». Nel contesto europeo, inoltre, secondo Conte bisogna spingere per un Energy Recovery Fund, con emissione di debito comune per finanziare la transizione energetica. 

© Riproduzione riservata