L’ex ad dell’Eni e attuale presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè, si dice preoccupato della crisi del gas che sta colpendo l’Italia. «Gli stoccaggi che abbiamo correttamente riempito non basteranno e ci vorrà un flusso continuo dall’estero: però il gas russo non ci sarà», ha detto in un’intervista rilasciata a La Stampa.

I mesi più duri saranno quelli di gennaio e febbraio i mesi più freddi dove la richiesta di metano è molto più alta di adesso. «Il problema vero è che non esistono soluzioni nel breve periodo. Le difficoltà di cui oggi soffriamo sono il risultato di scelte che si sono accumulate nel corso di due decenni», ha detto Bernabè.

Ora l’unica cosa che rimane da fare è mettere a punto un «piano estremamente dettagliato per tutelare i servizi essenziali» come gli ospedali, le rsa e così via. Questo significa «rimodulare la produzione delle catene interrompibili» altrimenti «ci troveremo nelle stesse condizioni in cui ci siamo trovati all’inizio della pandemia: impreparati a gestire l’emergenza».

Il ruolo di Bruxelles

A livello europeo secondo il presidente di Acciaierie d’Italia bisognerebbe «dare mandato all’Unione europea di negoziare il prezzo del gas per tutti, come si era fatto per i vaccini». Per Bernabè «negli anni Ottanta e Novanta l’assetto del mercato era molto più solido: in Europa c’era una grande produzione interna di gas e le forniture dall’estero erano gestite da tre o quattro grandi compratori che erano in grado di negoziare da posizioni di forza con Gazprom o con l’Algeria». Ma la competitività del mercato voluta da Bruxelles ha indebolito questa struttura e «smontato i monopoli integrati» oltre ai «contratti a lungo termine, con cui l’Eni e gli altri soggetti europei avevano il pieno controllo». Oggi, invece, «ci muoviamo in un mercato con una molteplicità di soggetti molto più deboli nei confronti dei grandi produttori di gas».

Si parla anche di sganciare il prezzo del gas dalla Borsa di Amsterdam ma per l’ex ad di Eni non basterà. Bernabè però è fiducioso nelle famiglie italiane che secondo lui imporrà di comportamenti virtuosi e porterà a grandi risparmi. «Questa crisi darà nuovo impulso al nucleare. E dovrà essere dato un impulso anche allo sviluppo del gas. In Italia si dovrà riprendere l’esplorazione e lo sviluppo di idrocarburi, senza compromettere la spinta verso le rinnovabili». Con interventi strutturali tra pochi anni avremo un prezzo del gas più basso e sostenibile.

© Riproduzione riservata