Il tesoriere dell’unico partito sopravvissuto a mani pulite

La tangente Enimont raccontata dal (quasi) fedelissimo tesoriere di Bossi

  • A trent’anni dall’innesco di Mani Pulite, l’ex tesoriere della Lega Lombarda Alessandro Patelli racconta come il suo movimento, antisistema e antipartito, sia finito invischiato nell’affare della maxitangente Enimont nel 1992.
  • Condannato, insieme al leader Umberto Bossi, per finanziamento illecito, fu rimosso dal capo nonostante lo avesse difeso anche in aula e assistette alla fine della Lega bossiana.
  • Si è laureato a quasi settant’anni con una tesi sul suo Carroccio, e la Lega di oggi non gli piace: Salvini, a suo dire, scimmiotta Bossi senza averne le qualità e rincorre la Meloni dimenticando il vero progetto leghista: il regionalismo.

Alessandro Patelli, bergamasco di Cologno al Serio, ha preso la laurea dopo i sessant’anni. Da ragazzo faceva quello che dalle sue parti chiamano el trumbè, l’idraulico. Poi si è dedicato alla politica, diventando il tesoriere della Lega Lombarda, l’ex gruppetto spontaneista inneggiante all’indipendenza del nord che Umberto Bossi ha fatto evolvere in forza di governo. Se Patelli è diventato celebre, però, è stato per il processo Enimont. Raul Gardini, il socio privato del colosso della chimic

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