- Tutto cominciò con la lettera della Bce firmata anche da Draghi. La versione di Giulio: «La Bce scrisse a un governo nazionale imponendo le riforme ma in maniera strictly confidential. Formule da gergo della malavita. Era infantile la pretesa di riservatezza».
- «Habermas una volta mi disse: «Fu un douce coup d’état». Gli obiettai che non era stato poi così dolce. Draghi, allora governatore della Banca d’Italia, a maggio ci fa i complimenti. Poi ad agosto arriva la missiva con i diktat». Firmata Trichet e Draghi, ora da indicato presidente Bce.
- «La valutazione sulla prossima Europa va fatta a partire dalle pelezioni tedesche. Il programma dei popolari esclude il debito comune, normalizza la Bce e chiede di riscrivere il patto. Alle elezioni francesi vinceranno i repubblicani. Vedo un’Ue molto simile a quello che è stata e molto diversa da quella che è».
«Quello epistolare è un genere letterario. La lettera di Mario Monti sul Corriere della sera (mercoledì 4 agosto, ndr) a proposito della lettera della Banca centrale europea dell’agosto 2011 fa seguito a sua volta alla lettera di Franco Bruni su Domani. E che a loro volta fanno seguito a ben tre libri di Renato Brunetta. Che questa storia tiene molto, evidentemente». Il professore Giulio Tremonti risponde dalla montagna. Oggi è presidente di Aspen Institute Italia. Dieci anni fa, all’epoca dei



