L’ex ministro dell’Economia è accompagnato da un pizzico di delusione per il suo ritorno in parlamento. Appena dodici mesi fa il suo nome era una presenza fissa nel totoministri, si parlava della possibilità di riprendersi il Mef. Alla fine ha portato a casa solo la presidenza della commissione esteri alla Camera. Dopo le buone intenzioni iniziali, l’attività di approfondimento dei vari dossier si è arenata. Le audizioni, dopo vari mesi, si contano sulle dita di una mano. Diario di un anno di un ex divo della politica, perduto nelle nebbie della routine parlamentare
La voglia di mettere mano ai dossier non è più quella dei tempi migliori, quando Giulio Tremonti, da ministro dell’Economia, doveva pensare ai conti del Paese, seguendo il suo sacro principio della finanza creativa. A poco meno di un anno dall’insediamento nel ruolo di presidente della commissione affari esteri alla Camera, l’ex numero uno del Mef non ha lasciato segni indelebili. Certo, era partito di gran carriera, lasciando intendere di voler lavorare sodo: dalla commissione, in pochi mesi,



