Fratelli d’Italia a Roma ha trovato un accordo, dopo giorni di divisioni sulla figura del coordinatore del partito nella capitale. Da un lato il candidato di Fabio Rampelli, il deputato Massimo Milani, dall’altro la persona appoggiata dalla premier Giorgia Meloni e dalla sorella Arianna. Alla fine ha prevalso la loro linea, che ha voluto alla guida della federazione romana del partito il deputato Marco Perissa. «Sono molto contento. Va riconosciuto a Massimo Milani un senso di grande responsabilità. Cambia poco nella mia testa, perché avremmo continuato a lavorare insieme. Il risultato non cambia ma sono felice per il metodo seguito», ha commentato Perissa.

La decisione, presa al congresso organizzato a Roma, è arrivata dopo la richiesta di unità e il passo indietro di Milani, che prima di ritirarsi aveva dichiarato che «la divisione rampelliani-meloniani è un racconto giornalistico, abbiamo ottimi rapporti e lo stesso programma». «Siamo soddisfatti, è stato un bel segnale di senso di responsabilità», ha commentato Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica e delle tessere per FdI, aggiungendo che «è prevalsa la linea unitaria. Siamo un partito serio, di militanti, adesso lavoriamo».

Rampelli ha però ottenuto per il suo alleato il ruolo di vicepresidente dell’organizzazione nazionale, con Augusta Montaruli e Luca Sbardella. Milani andrà quindi ad affiancare Giovanni Donzelli. 

Il ritiro

Milani nel discorso in cui ha annunciato il ritiro ha affermato di aver fatto «un lavoro importante di tessitura» nella sua guida di circa 10 anni della comunità romana di FdI, dalla sua nascita. «Non ci sono divisioni», ha detto, tendendo la mano a Marco Perissa e passando a lui il testimone. «Non sarai solo in questo percorso, i nemici stanno fuori dal nostro partito», ha concluso. 

Un «gesto di generosità», l’ha definito Rampelli, ricordando che «i suoi dieci anni alla guida della federazione romana sono stati impagabili e ci hanno consentito di crescere in altezza e in larghezza, più forti e con più consensi ma anche più radicati e presenti in ogni angolo della città». Il merito, dice il vicepresidente della Camera, è della «seminagione di Giorgia Meloni» e del «terreno fertilizzato» da Massimo Milani, che per Rampelli ha fatto un «lavoro impagabile e quotidiano», non sempre facile.

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