Sono almeno 23mila le vittime del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria. I soccoritori sono ancora al lavoro tra le macerie, ma dopo quattro giorni di gelo le speranze di trovare sopravvissuti sono ormai quasi scomparse.

Oltre centomila persone sono impegnate nei soccorsi. Tra le vittima, oltre 18mila sono morte in Turchia, facendo superare a questo terremoto il numero di vittime di quello che nel 1999 ha colpito il nord ovest del paese ed era considerato il più grave degli ultimi anni.

I morti accertati nella vicina Siria sono più di 3mila, una cifra destinata a salire ancora molto. Le operazioni di soccorso e la conta e il riconoscimento delle vittime sono complicate dagli effetti di oltre dieci anni di guerra civile e dalla divisione della zona colpita in aree governative e altre controllate dalle varie fazioni in lotta.

Molti siriani, inoltre, sono morti in Turchia, dove si trovavano dopo essere fuggiti dal conflitto nel loro paese, ospitati spesso in abitazioni precarie o campi profughi.

Gli aiuti continuano ad arrivare con difficoltà nella zona. In Turchia il principale ostacolo sono le strade distrutte dalle scosse. In Siria, il problema sono le sanzioni occidentali e la rivalità delle fazioni sul campo.

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