I favorevoli sono 262, 40 contrari, 2 gli astenuti. In pubblico solo elogi, ma la maggioranza omnibus crea problemi a tutti, dall’intergruppo fra M5s, Pd e Leu alla spartizione dei posti da sottosegretario. La carica delle donne dem
- Il presidente del consiglio nel suo discorso si appella allo «spirito repubblicano» e alla «situazione di emergenza», «l’unità non è un’opzione, è un dovere». Ma in mezzo ci sono croci e delizie distribuite con sapienza a tutti i partiti del sì.
- A agitare il Pd è l’intergruppo con le forze della ex maggioranza giallorossa. Alla camera non si farà. Il Nazareno applaude poi, visto il vespaio suscitato, attenua e pensa a una mezza trappola.
- Draghi vola alto ma i partiti già preparano le trincee. Al senato il pallottoliere dei Cinque stelle balla fino all’ultimo. Oggi alla camera si replica.
«Il Senato, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, esprime la fiducia al governo». I favorevoli sono 262, 40 contrari, 2 gli astenuti. La mozione con cui la nuova, sterminata, maggioranza vota la fiducia a Mario Draghi è di due righe, stringata come sempre nei casi di fiducia. Solo che stavolta il testo è molto più breve delle firme dei presidenti dei gruppi: Ettore Licheri di M5s, Massimiliano Romeo della Lega, Anna Maria Bernini di Forza Italia, Andrea Marcucci del



